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Quarta Sfida. SI VOTA!

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2019 10:13
OFFLINE
Post: 35
Città: CALVISANO
Età: 57
Sesso: Femminile
02/06/2009 23:19

Giuria Tecnica I voti! tre il ritorno!
I voti di Reader


L’AVVENTURA DELLA PICCOLA JANE

TOTALE PUNTEGGIO: 31
Questa storia mi ha ricordato molto letture fatte molto tempo fa, quand’ero giovanissima. Per certi aspetti mi ha fatto pensare alle storie di Nancy Drew. Non che ci sia niente di male in questo, anzi, si tratta infatti di un genere rispettabilissimo e sempre valido. La storia è scritta bene, quasi priva di errori, e scorre agevolmente. Il tema della sfida è interpretato bene, poiché questa brutta esperienza della piccola Jane copre appunto lo spazio di una notte, per concludersi felicemente quando viene giorno. La trama è semplice, non particolarmente originale e portata avanti in modo lineare e chiaro. Ci sono numerosi personaggi, che entrano in scena con naturalezza, ricorrendo a uno schema di narrazione molto classico, che io chiamo “a staffetta” anche se presumibilmente ci sarà un modo più colto e raffinato per definirlo. Questo schema è forse il pregio principale della storia, e anche ciò che più le dà un certo aspetto “d’epoca”. I personaggi tuttavia sembrano un po’ indistinti, soprattutto le tre “madri” – la mamma e la nonna di Jane e la sorella del rapitore - mi sono parse un po’ intercambiabili. La piccola protagonista è simpatica ed è facile per il lettore affezionarsi a lei, anche se forse Jane è un po’ troppo intraprendente per essere così giovane. Il cattivo della storia è a mio parere il personaggio più riuscito, così tetragono nella sua malvagità e così attento ai dettagli della fuga, sebbene i moventi delle sue azioni restino un po’ nell’ombra (perché attirare la polizia al falso appuntamento? Non poteva limitarsi a tagliare la corda alla chetichella?). L’ambientazione nordamericana pare plausibile e contribuisce a dare un’impressione di familiarità con storie già viste e già lette, tuttavia non se ne capisce fino in fondo la ragione. Perché questa storia non poteva svolgersi a Roma o a Milano? Sarebbe stata più coinvolgente per un lettore italiano, e magari sarebbe risultata più personale.
CORRETTEZZA: 8
TRAMA: 7
ORIGINALITA’: 7
ADERENZA AL BANDO: 9










QUATTRO ACCORDI IN CROCE

TOTALE PUNTEGGIO: 32
Questa delicata storia ci racconta “Nana prima di Nana”, anzi prima di Nana1 e Nana2, per concentrarsi piacevolmente su ciò che di solito i fanwriter trascurano: come si è formato il gruppo e con quali motivazioni, cosa che di riflesso ci fa pensare a quanta acqua sia passata sotto i ponti da quella notte, in cui un recalcitrante Ren scoprì non solo di sapere suonare, ma anche di volerlo fare. Il vero e proprio blitz con cui i suoi compagni lo “rapiscono” per fargli provare l’ebbrezza del palco, ci viene raccontato in modo brioso e volutamente essenziale, conservando lo stesso stile dell’anime, che per quel poco che ne so mi è sempre parso giocare molto sui sottotoni.
La caratterizzazione è appena accennata, data la brevità della storia, ma nondimeno preziosa, compresi i puntuali riferimenti alla storia dei personaggi. Ho trovato l’ambientazione suggestiva, con un passaggio particolarmente ben riuscito dall’ambiente banale e quasi rinunciatario del porto a quello vivace e pieno di calore del locale, con il viaggio in automobile a fare da stacco secondo un procedimento quasi cinematografico.
In definitiva una storia ben riuscita e ottimamente scritta, con una narrazione semplice ma efficace, e senza errori che non siano di distrazione, che rispecchia pienamente la richiesta del bando e che ha l’ulteriore pregio di poter essere apprezzata anche da chi di Nana sappia poco o niente. L’unico difetto – se di difetto si può parlare – che posso trovarle non è che sia troppo breve, quanto forse che l’idea intorno a cui ruota, per quanto ben sviluppata, fosse un po’ esile per permettere qualcosa di più.
CORRETTEZZA: 8
TRAMA: 7
ORIGINALITA’: 8
ADERENZA AL BANDO: 9











LA NOTTE ETERNA

TOTALE PUNTEGGIO: 36
Dico subito che questa storia è scritta di.vi.na.men.te. Ci sono alcune cose – come la “scala” nella parte dedicata a Bellatrix – che mi hanno fatto letteralmente sobbalzare per l’entusiasmo. Qui siamo ben oltre il normale “scrivere bene” del bravo fanwriter, ed entriamo trionfalmente nel regno dello stile letterario vero e proprio.
Dopo questa doverosa premessa sulla forma – tra l’altro praticamente priva di errori di qualsiasi genere – passiamo alla sostanza. Non conosco bene Sandman, ma devo ammettere che l’idea di correlarlo ad alcuni personaggi di Harry Potter sia originale e a modo suo azzeccata. Che io trovi una specie di stonatura in questo accostare la saga della Rowling a temi così sofisticati e adulti, è un problema più mio che della storia, tuttavia non posso negare che in qualche modo abbia influenzato il mio giudizio. I paralleli di per sé sono bellissimi, in particolare quelli tra Morte e Voldemort e tra Delirio e Bellatrix, che restano veramente nel cuore per incisività e capacità espressiva (la scala! L’ho già detto, vero? Ah, ma quella scala… magistrale, davvero. Anche la descrizione di Morte è straordinariamente incisiva.) Certo, è più un pezzo introspettivo che altro – sebbene in fondo Narcissa almeno maturi sicuramente una decisione importante nel corso di questa storia. Ma in definitiva non accade moltissimo – non che sia un problema, ma confesso che da questo bando mi aspettavo più azione. Infine, il tema del “tutto in una notte” non è così centrale come mi sarebbe piaciuto. Sebbene la storia si situi effettivamente nell’arco temporale di una notte, questo aspetto non è così determinante. E’ stato proprio questa la ragione, alla fine, che ha fatto sì che io non abbia votato questa bellissima storia nel sondaggio e non le abbia dato il punteggio più alto nel mio ruolo di componente della giuria tecnica.
CORRETTEZZA: 10
TRAMA: 8
ORIGINALITA’: 10
ADERENZA AL BANDO: 8










CORTO MALTESE E IL LABIRINTO DEI SOGNI MILLENARI

PUNTEGGIO TOTALE: 38
Questa per me è la storia vincitrice. Scritta benissimo, fedelissima all’originale (caro al mio cuore da tempi ormai remoti) , suggestiva e curata in ogni minimo dettaglio, rispetta scrupolosamente i termini del bando, proponendoci un’avventura di Corto che si svolge durante una notte di scanzonate peripezie, il tutto ambientato in un Medio Oriente davvero favoloso e filtrato dalla memoria del protagonista, che lo racconta a una spettacolare Bocca Dorata, così IC da sembrare uscita magicamente dalle pagine di Hugo Pratt.
La lettera che tutti vogliono ma che alla fine torna nelle mani di Corto. Il microcosmo internazionale di viaggiatori e studiosi, terreno fertile per gli intrighi di spie e cospiratori. Il fascino dei sapori e dei profumi dell’antica città, con i suoi palazzi misteriosi, le sue strade piene d’insidie e il peso palpabile di secoli di storia. L’adorabile protagonista, ripreso in tutte le variopinte sfumature della sua indimenticabile personalità. Tutto contribuisce a fare di questa storia un piccolo capolavoro di stile e di ironia, in grado di conquistare completamente chiunque abbia frequentato il fandom ma anche di intrattenere senza mai annoiare il lettore casuale, che di Corto Maltese non avesse mai – peggio per lui – sentito parlare.
CORRETTEZZA: 9
TRAMA: 10
ORIGINALITA’: 9
ADERENZA AL BANDO: 10














TURNO DI NOTTE

PUNTEGGIO TOTALE: 32
Breve e divertente, questo originale cross-over tra Scrubs e Torchwood richiede probabilmente di conoscere bene entrambi i telefilm per essere goduto quanto merita. Ma può bastare aver visto qualche episodio di Scrubs e sapere che in Torchwood – celebrato telefilm inglese di genere fantascientifico – tutti i personaggi sono più o meno apertamente bisessuali per poterlo apprezzare. Questa è esattamente la condizione in cui mi trovavo io quando l’ho letto, perciò non mi ha sorpreso la ventata slash che l’intrusione dell’amnesico Ianto porta tra i corridoi dell’ospedale normalmente teatro delle gesta di J.D., Turk, Eliot e compagnia. All’interno della trama tutto sommato esile, la caratterizzazione dei personaggi di Scrubs è più che credibile, poiché ognuno reagisce alle novità secondo la sua personalità consueta, inserviente caratteriale e contabile canterino compresi. I dialoghi sono frizzanti, così come lo stile della narrazione – in cui compare qualche errore di distrazione - rispecchia fedelmente l’egocentrico punto di vista di J.D. , caratteristica portante della serie. Persino il sottotitolo (Me and Mr.Duncan) si situa puntualmente nel filone di titoli auto-centrati tipici del telefilm. Unico vero neo di questa storia è il non rispettare pienamente l’arco temporale richiesto dal bando: dalla prima all’ultima scena, infatti, passano soltanto tre ore.
CORRETTEZZA: 8
TRAMA: 8
ORIGINALITA’: 9
ADERENZA AL BANDO: 7







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