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Quinta sfida: i risultati!

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2017 07:39
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Post: 1.227
Città: CREMA
Età: 38
Sesso: Maschile
03/09/2009 18:58

Ecco le recensioni della giuria!

DK86:

D COME…

La storia – o forse sarebbe più corretto parlare di storie - che ho scelto di votare. Personalmente apprezzo molto l’uso delle drabble in ambito fanfiction, sia perché permettono di utilizzare idee che risulterebbero troppo stiracchiate per una one-shot con tutti i crismi, sia perché pone una discreta sfida all’autore: riuscire a comprimere tutto ciò che vuole comunicare ai lettori in cento parole esatte, impresa molto meno facile di quanto potrebbe sembrare.
L’autrice – di cui ho gradito la scelta di spaziare fra film molto diversi fra loro – è riuscita in questo compito in maniera buona, anche se forse non perfetta. Essendo una raccolta, è inevitabile che alcune delle drabble si elevino sulle altre – quella sulla sorellastra di Cenerentola l’ho adorata – mentre altre risultino per contro un po’ meno ispirate; ho l’impressione che in alcuni casi si sia riuscito a carpire meglio lo spirito dei personaggi e l’atmosfera dei lungometraggi scelti piuttosto che in altri.
Nel complesso, comunque, questa piccola raccolta si qualifica come un lavoro riuscito e decisamente piacevole.


DISMANTLE.REPAIR

Purtroppo, devo ammetterlo, conosco One Tree Hill solo di nome; ho fatto qualche ricerca in merito, ma comunque questa storia mi ha dato l’impressione di necessitare di una conoscenza più o meno approfondita della serie in questione per poterla apprezzare completamente; non che questo sia un male, affatto! Le “fan”fiction si chiamano così per un motivo!
Ho apprezzato molto l’aderenza che è stata data al bando, con la divisione in otto sezioni (e il piccolo tocco di classe della D all’inizio di ognuna!); ciononostante ho trovato la seconda parte, quella successiva alla riconciliazione, meno intensa e trascinante rispetto alla prima; come se in qualche modo la storia dovesse essere già conclusa.


OUR SOLEMN HOUR

Questa storia stilisticamente è senza dubbio la migliore. La Meyer – purtroppo per chi si è letto i suoi libri – non è che sia un genio in questo campo, e nobilitare personaggi minori è una cosa che apprezzo nelle fanfiction, visto che tendono a rimanere adombrati dai protagonisti. Questo è vero soprattutto nel caso di Twilight, dove nei romanzi l’ingombrante presenza di Bella e il suo ricordarci ogni due righe di come il suo compagno vampiro sia la perfezione scesa in terra non permette granché lo sviluppo dei comprimari.
Ciononostante ho trovato la fanfiction in questione meno incisiva di quando avrebbe dovuto (voluto?) essere. Non si riesce ad avvertire quella che dovrebbe essere la drammaticità di fondo, ma il tutto scorre in modo forse troppo neutro e distaccato, come se seguissimo un resoconto di ciò che è accaduto ai gemelli invece di venire immersi nella vicenda e prendervi parte. Per il resto, comunque, un buon lavoro.


LE TRE VIE

Questa storia mi ha ricordato le favole di Esopo, brevi e con la morale finale. C’è perfino l’animale parlante, un corvo – tradizionalmente associato alla morte… Possiamo considerarlo una quarta D oltre alle tre presentate? Visto che si trova all’incrocio sembra quasi intendere che una vita trascorsa senza compiere scelte equivale ad essere già morti. Ma forse sto sovrainterpretando – che segue l’apparentemente infinito vagare del cavaliere verso l’agognato riposo che alla fine viene trovato, a costo dei propri dolori ma anche dei propri ricordi.
L’atmosfera rarefatta che si respira nella storia, così atemporale e nebulosa, in alcuni punti si rivela funzionale… Ma in altri punti finisce per esserlo troppo, rischiando di sembrare più un vago riassunto delle vicende del cavaliere, più che una storia vera e propria.




MIVIDAM:

D COME...

Devo ammettere che non mi è mai capitato di leggere un testo strutturato come questo, che coinvolge una molteplicità di personaggi noti catturati in tanti, piccoli istanti. E' stato strano leggerlo, mi è piaciuto vedere come sei riuscita a reinterpretare certe scene, però non riesco a giudicare il tuo scritto propriamente una storia.
Forse, se posso darti un piccolo consiglio, sarebbe stato meglio sistemare diversamente le scene, in modo da creare una sorta di crescendo di emozioni che culminano; una storia di emozioni e sensazioni, in pratica. Però non vorrei travisare il senso del tuo scritto...
(Una curiosità: a che film si riferisce la parte del Sogno?)


DISMANTLE.REPAIR

Premetto che non sono un'amante delle fanfic, anzi. Ho letto questa storia più volte di tutte le altre perchè sentivo continuamente che c'era qualcosa che non capivo. Sono persino andata su internet per cercare qualche dettaglio sulla trama della serie da cui è tratta e sui personaggi. Mi sono emozionata, leggendola, ma ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa e questo mi ha impedito di apprezzarla completamente.
Pur essendo abbastanza lunga non è affatto monotona o noiosa. I personaggi non sono piatti, ma a volte ho avuto la sensazione che mancassero di caratterizzazione o contestualizzazione. Magari sono io a essere un po' tarda, ma leggendo ho avuto la sensazione che certe variazioni nelle idee e nei sentimenti dei personaggi fossero quasi troppo rapide.


OUR SOLEMN HOUR

Se non ci fosse stata "Le Tre Vie", senza alcun dubbio avrei votato questa storia. E' scritta bene, ha un finale di quelli che piacciono a me (sospesi, indeterminati, ma allo stesso tempo conclusi) e dei personaggi veramente interessanti.
Non ho letto Twilight per scelta, quindi non so quanto di tuo ci sia in questa storia e quanto, invece, appartenga a Stephenie Meyer, ma mi è piaciuto molto come hai impostato la narrazione.
A conti fatti, il finale era abbastanza prevedibile, però mi è piaciuto leggere questa storia, che scava nella mente e nei ricordi di Jane pian piano, prendendosi il tempo che serve. La figura di Aro passa un po' in secondo piano, ma in fondo è meglio così: troppe prime donne nelle storie dei vampiri stroppiano, mentre tu hai saputo ben bilanciare la presenza di tutti i personaggi. Brava!


LE TRE VIE

Saprei riconoscere lo stile di Lothiriel quasi ad occhi chiusi. Questa storia è magica, visionaria. L'ho letteralmente divorata, gustandomi le diversità dei luoghi che il cavaliere errante attraversa, apprezzando le differenze che sussistono tra le Dame dei vari castelli, ascoltando la saggia voce del corvo parlante quasi fossi stata io il cavaliere...
La storia è sospesa, si fa metafora di come l'uomo trascorre la sua vita, cercando senza mai accontentarsi di quel che ha, e alla fine perdendo il suo tempo. Finchè, a chiusura, non arriva il finale... E quando l'uomo si addormenta, è come se il lettore si svegliasse da un sogno. E' davvero una splendida favola, carica di malinconia, di riampianti e di esperienze. Questa è la storia che ho votato, perchè è quella che mi ha lasciato più riflessioni e che mi ha stupito più di tutte per la sua bellezza.




ANONIMA AUTORI:

D COME...
Ovvero, come delineare in pochi semplici tratti, l’altro lato dello specchio. Oltre la gentilezza dei mondi che tutti conosciamo e che ci accompagnano fin dall’infanzia, ecco otto ritrattai di sentimenti nascosti, plausibili, acuti e inaspettati. Perché anche per le piccole deliziose creature colorate e vivaci hanno un lato malinconico, frivolo, oscuro o sognatore che quei salta fuori con grazia arrivando dritto al bersaglio.
L’idea è originalissima. Il risultato è fresco, intelligente, brillante e con una punta di amarezza al veleno che non guasta affatto. L’aderenza al bando è perfettamente rispettata. (Personalmente, quella sulla strega di Biancaneve mi ha spezzato il cuore, mentre ho trovato adorabile Trilly e la sua piccola superbia di fata.)


DISMANTLE.REPAIR

Non tutti conoscono One Tree Hill, telefilm longevo e molto popolare in patria, ma forse meno noto da noi. Non è così importante, tuttavia, aver visto il telefilm per capire questa storia, anche perché si situa in una sorta di AU. Se non avete la più pallida idea di chi siano Nathan, Haley e Brooke, perciò, potete benissimo pensarli come dei personaggi originali, protagonisti della semplice e commovente storia che ci viene presentata in otto passi (ciascuno dei quali comincia, con una piccola raffinatezza, con una "d"...). Due amiche, un tragico incidente in cui muore una donna, il rabbioso risentimento del giovane vedovo e infine il nascere e l'affermarsi della sua seconda occasione, proprio con l'amica di sempre, la ragazza che era con sua moglie al momento della tragedia. Non manca neppure una certa collaborazione da parte del piccolo Jamie, risoluto a spingere il padre tra le braccia della simpatica Brooke. La vicenda viene narrata mostrandocene otto momenti significativi e distanziati nel tempo, in modo da poter seguire l'evoluzione dei sentimenti del suo protagonista. Forse per l'eccessiva stringatezza, questi passaggi restano però un po' superficiali.
L'aderenza al bando è perfetta per almeno cinque delle D, mentre non so bene ricollegare il Delirio e la Delizia, in quanto alla Disperazione, forse l'ho collocata al numero 2, ma non sono sicura. Da questo punto di vista, in ogni caso, non c'è proprio niente da ridire.
Lo stile, invece, risulta a tratti un po' pesante, e non mancano alcuni errori e dimenticanze, ed è questo il motivo principale per cui non ho votato questa storia, oltre al fatto che a dir la verità il tema del vedovo disperato e della migliore amica della moglie e dell'adorabile bimbo è sì gradevole, ma è anche stato sfruttato tante, forse troppe, volte.


OUR SOLEMN HOUR

Cappello introduttivo: conosco molto poco il fandom di Twilight (ho letto solo il primo libro), per cui non mi posso esprimere sull'aderenza al fandom; in ogni caso, ho trovato questa storia piacevole da leggere e scritta in maniera scorrevole e corretta (tranne quelle "mani di cartapesta" che forse avrebbero dovuto essere di carta velina), tanto che è stata una delle papabili per il primo posto. La trama non è tuttavia originalissima (la strega nel bosco dal cuore buono ma incompresa e la ragazzina che le sia avvicina sono due figure archetipo molto usate), però il personaggio di Jane è descritto bene, nelle sue paure e nei suoi sentimenti e il dipanarsi delle vicende è avvincente quanto basta a far desiderare al lettore di sapere come finisce la storia.


LE TRE VIE

Storia abbastanza corretta (faccio notare "la cresta" della montagna di sabbia che forse avrebbe dovuto essere la cima e un "fosse costruito" che avrebbe dovuto essere un "fosse stato costruito").
L'impressione che mi ha lasciato questo elaborato è quella analoga a un tavolo a tre gambe: manca qualcosa di importante, non indispensabile ma utile per dare ad un racconto quel certo non so che che affascina colui che legge. Manca l'introspezione del protagonista, le sue ragioni intime, la descrizione della sua personalità e manca un punto cardinale (perché non va a est? Anche se da lì fosse partito, ad un certo punto ci sarebbe stato un est verso il quale dirigersi...).
La mancanza di originalità è la pecca più grande di questa storia: è composta da elementi molto usati nel fantasy e nella letteratura in genere (il protagonista alla ricerca di qualcosa - per esempio Parsifal) accolto in un luogo incantato/magico/riposante (abbiamo la Morgana delle Nebbie di Avalon e - ospite d'onore - l'omerico Odisseo) nel quale si perde e perde la cognizione del tempo (ancora Morgana), e la metafora dei punti cardinali è stata anche usata da Lyman Frank Baum nel mago di Oz, tanto per dire.
Ad onore della storia, l'autrice è stata brava a unire tutti questi elementi in un insieme abbastanza armonioso, ma a spese dell'originalità, il tutto dà l'impressione di déjà vu. In ogni caso, il consiglio che mi sento di dare è di riprendere questo scritto e di approfondirlo perché ne varrebbe la pena.
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