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Staffetta - Originali [il Cielo]

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2010 13:31
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Post: 3.055
Sesso: Femminile
22/10/2009 12:50

2013




Vaghe, vaghissime…

Cominciano a fargli male le dita con quel freddo ma non ha voglia di smettere di scrivere. È complicato. Perché si gela, perché i guanti di lana sono scomodi e perché senza una tastiera davanti si sente perso.
Lucas ha detto che non se l’aspettava così. In realtà nessuno se l’aspettava così. Nessuno si aspettava niente. Perché non ci si crede finché non capita. E se ne era parlato fin troppo, fino al giorno previsto. Quando semplicemente è successo. Nessuno sa ancora cosa, ma è successo.

E qualcuno, lassù, si sta facendo matte risate, secondo il proprietario dell’albergo.

E adesso si riparte. Perché è così che vanno le cose. Istinto di sopravvivenza. Ma a Luis manca la sua tastiera. E le sue storie nella loro cartella ordinata. “Le stamperò e le spedirò a un editore, prima o poi” si è ripetuto per anni senza farlo mai. E non le ha mai stampate e adesso non esistono più.
Loretta ha detto che non bisogna drammatizzare. Che forse riusciranno a mettere le cose a posto e si potrà tornare casa. Chi dovrebbe compiere questo miracolo lei non l’ha specificato. Ma se pensarlo la fa sentire meglio Luis non ha certo intenzione di infastidirla con il suo nichilismo. Anche perché Luis non si sente affatto nichilista. Solo un leggermente disilluso.

Adesso riesco a contarle. Sono nitide. Dio, come sono nitide…

“Forse non è successo dappertutto”, continua a ripetere Lorenzo. “Forse siamo gli unici sfigati a cui è piovuta questa tegola fra capo e collo e il governo si sta già dando da fare.”
Sì, certo. E quelli che hanno lasciato la città non sono tornati con i soccorsi. Quindi meglio piantarla continuare a scrivere racconti su un mondo che si è spento. E poco importa se quel modo sia piccolo e circoscritto o vasto come il globo terrestre. Perché comunque sono arrivati Luba e Lucas. Hanno scarpinato per due mesi, a sentire loro, cercando un posto che non fosse stato toccato. Niente. Quindi inutile raccontarsi ridicole balle consolatorie.
“Fra un po’ sarà primavera, comunque” insiste Lorenzo per tirare su il morale di tutti. Farà meno freddo e potremo organizzarci.”
Organizzarci?

Lucinda lo distrae. Parla ancora di Proxima Centauri, puntando il suo telescopio verso l’alto. “È da lì che vengono. Siamo il loro esperimento di laboratorio e adesso sono venuti a gettare via i vetrini. Le stelle non servono ad esprimere desideri. Le stelle portano disastri. La nostra fine arriva da lassù.”

E intanto si continua. Si va a fare ‘spesa’ nei supermarket e si sopravvive alla meno peggio. L’albergo in cui erano in vacanza lui e Lucinda è diventato la loro tana. La loro di tutti quelli che volevano solo farsi una vacanza fino a capodanno. Ricorda una comune, adesso.

“Sono stati gli alieni, ne sono sicura” continua Lucinda. Eppure lo sa che non deve mai parlargli mentre scrive. Neanche quelle piccole regole contano più?

Eppure lui vuole davvero che almeno le sue parole possano ancora essere libere di imprimersi su una superficie bianca. E poi un giorno finirà anche la carta. Tutta la carta del mondo. E allora… E allora farà essiccare foglie di zucca. Perché dovranno tornare a fare i contadini, prima o poi. Sempre che gli alieni di cui parla Lucinda non decidano di sterminarli con i loro potentissimi raggi gamma. Ah ah...

‘Non è una cometa, Luis. È chiaramente un UFO. Non vedi come lampeggia?’


Luis ridacchia. È un’ipotesi che ha già sentito. Non l’ha mai presa sul serio. L’unica cosa su cui tutti sono concordi è che quella è la fine del mondo. Anche se nella loro testa il concetto assume forme diverse. Per lui la fine del mondo è rappresentata dalle sue storie scomparse, da una parte di sé che non potrà più recuperare.
Ma continuano tutti a scrutare il cielo, aspettando di veder sbucare quel dannato disco volante.

Eccolo. No, quello solo Marte. Tutto rosso e luminoso.

Meglio perdere ogni illusione che vivere nell’incertezza. Ma a Luis la fantascienza non è mai piaciuta. Preferisce quasi le teorie di Lucas sull’elettromagnetismo, anche se le trova altrettanto campate in aria. Niente catastrofi, terremoti, inondazioni. O forse sì, solo da qualche altra parte e loro non lo sanno. Forse sono i soli sopravvissuti. E quel posto sarà il nuovo eden, il nuovo inizio, il nuovo niente…

Dov’è una stella cometa per guidarci, quando serve?

La fine del mondo. Tanta, tanta superbia. Come sempre. Luis sa solo che forse se lo meritano. Si stende sulla superficie ruvida del tetto e guarda in alto. La fine del mondo. Sì, certo. Luccicano come non facevano da tanto tempo. Luccicano come hanno sempre fatto, solo che nessuno aveva più il tempo di guardarle. Bianche, dorate, azzurre. Lampeggiano e li guardano, piccole, immense, distanti. Irraggiungibili. La fine del mondo? Piccola, meschina presunzione umana. Qualche dio ha battuto le ciglia una volta di troppo. Qualche dio si è liberato di un batterio. Fine del mondo? Luci minuscole e lontane che ci sono e ci saranno sempre, mille anni dopo mille anni. Quello è il mondo e non ha nessuna intenzione di finire. Per quanto riguarda quella piccola palla di terra e acqua, forse qualcuno ha semplicemente dimenticato di inserire la spina.

‘Stella stellina, la fine si avvicina…’

[Modificato da JeanGenie 22/10/2009 13:54]
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