[ Bettola ] Vin rouge

Danae!
00sabato 2 luglio 2016 17:49
Danae, Melisande, Kaliz_Ny_Kunah
Riassunto: La Contessa d'Eu si reca alla Bettola dopo essere sgattaiolata via dal Sanitarium e qui incontra Melisande, con la quale inizia subito a discorrere. La Nordica racconta all'Eterna i suoi incubi, anche dopo l'entrata in scena della Drow.

Commento: Dopo averla messa in pausa diverse volte ce l'abbiamo fatta! Un grazie enorme alle players, alla prossima [SM=g27822]

Registrazione:

MELISANDE [Ingresso ] E così fai la tua apparizione, Melisande. Entri nella Bettola del tuo caro e odiato Ricard coperta da capo a piedi con un manto nero e con il capuccio che è d'obbligo in queste che sono sere oscure: Nianna la Bella è ricercata dal governo e tu, mia cara Signora dei Veleni, sei il Governo. Ad ogni passo s'intravede la veste scarlatta a vita alta e dalla profonda scollatura che ti donò Erinn quando aspettavi Dhaanna. E proprio perchè la veste è stata modellata per una donna in dolce attesa l'orlo ormai usurato tocca costantemente il terreno sudicio: davvero poco igienico, Melisande. [http://dl.dropbox.com/u/18065519/congrega_apotheca/abito_melisande_premamam__2.jpg] Non che batteri e parassiti siano un problema, ormai. Ma comunque dicevamo che stai entrando nella bettola, ovviamente dopo aver aperto il portone cigolante. L'aria nel locale è, come sempre, soffocante e terribilmente puzzolante. Arricci il naso, calibri i tuoi sensi immortali in modo da non rimanere tramortita da odori (si fa per dire) e rumori e dai un rapido sguardo alla sala: non ti sembra di conoscere nessuno, a parte l'oste. Ottimo terreno di caccia, no? Abbassi il cappuccio a rivelare il viso pallido, le labbra quasi esangui e le occhiaie a circondare un paio di occhi comprendenti iridi violette. La mise perfetta per la Signora dei Veleni. I capelli corvini risultano acconciati in modo semplice: ricci scomposti che però sono stati abilmente domati con alcuni pettinini d'osso. Un passo avanti e lo sguardo che si posa, annoiato, su uno dei tavoli liberi. [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Anche la Contessa d’Eu è ricercata, solo che vi potrebbero essere gli Ospitalieri alle sue calcagna: difatti, ricoverata al Sanitarium per alcuni altri giorni solo per mera precauzione, la ventiduenne si è decisa a sgattaiolare via dalla finestra del loco per giungere alla Bettola. Non che questo letamaio le stia a cuore, sia chiaro, semplicemente Danae aveva il bisogno di cambiarsi d’abito. Da circa una settimana era costretta nella veste che aveva indosso persino la sera della sua aggressione ed ogni volta che i suoi occhi cerulei si abbassavano su tale stoffa il naso si storceva per il disgusto. Ecco perché la giovane donna pare felice nella sua veste linda e dal colore degli smeraldi: essa è caratterizzata da un grazioso taglio stile impero ed è munita di una cinta dalla fibbia dorata posizionata sotto al seno valorizzato dalla forma dell’abito; i capelli scuri sono sistemati in un pratico chignon alla base della nuca che scopre il collo e le spalle chiari, mentre dai lobi delle orecchie pendono dei vistosi orecchini che penzolano nel vuoto ad ogni movimento del capo di Danae. Le iridi della Contessa si spostano indi sull’oste che oramai la conosce bene: egli abbandona il boccale che stava accuratamente asciugando con un panno lercio e si sporge in direzione della fanciulla, domandandole se desidera un bicchiere di vino. [ Merci] La risposta della ventiduenne è affermativa e subito una moneta dorata scorrerebbe dalle dita della destra sino a raggiungere la superficie lignea del bancone. Si guarda attorno facendo guizzare lo sguardo in ogni dove, tentando di scorgere la figura dell’uomo che crede l’abbia condotta ancora svenuta al Sanitarium. Di egli non s’avvede, quindi si getta sul calice che le viene porto dall’oste.

MELISANDE [Bancone] Ti muovi, lentamente, in direzione del primo tavolo libero e discreto che incontri, tavolo che è ubicato pericolosamente vicino al bancone dove l'oste sta servendo da bere forse alla donna più distinta della bettola -te esclusa, mi sembra ovvio- che non pare una cortigiana e che non emana odori disgustosi. Una sorta di benedizione. Ma tu puoi pensarla la parola ''benedizione'', Melisande? Oppure una qualche divinità potrebbe punirti per aver solo concepito l'idea? Oh, no! Meglio parlare di... posizione favorevole degli altri che, come ai ripetuto al tuo antenato, sei troppo attaccata a questa tua non vita terrena per cominciare a considerare la morte ultima. Per prima cosa ti avvicinerai al bancone, mantenedo l'espressione distaccata e annoiata. Al limite della cortesia, direi. Affiancherai la donna, tenendoti a distanza solo di un metro. Profuma. Il suo sangue canta e non è il primo Immortale che incontra. Su di lei senti una traccia di Eternità. Povera cara, sembra attirare le Belve come le Fiamme attirano le Falene. [Venom, Ricard. Mio caro!] Tono evidentemente smielato, tono che appare in tutto e per tutto una finzione. E l'oste lo sa, storce il naso. [Gradirei anch'io un bicchiere di vino color rubino...] Vino? Ora si chiama così? E la mano destra si solleva mentre l'indice si allunga per puntare proprio l'Oste [Vino, Ricard. Non brodaglia.] E il bello è.. che non lo berrai. [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Il volto ruota in direzione della nuova giunta sol quando questa si accomoda non distante da Danae; questa posa brevemente il suo sguardo su Melisande, ritraendolo all’istante per non sembrare scortese. Eppure nulla è sfuggito alla Contessa o, perlomeno, di certo non il modo di vestire della sconosciuta che non par entusiasmare la ventiduenne. Ella non schiude le labbra per commentare, tuttavia, limitandosi a far spallucce e a godersi il suo calice di vino, lasciandosi scaldare dalla bevanda che scorre giù per la gola; le vien da sorridere pensando alla faccia che farebbe Kevin l’Ospitaliere nel saperla lontana dal suo giaciglio e con dell’alcool a portata di mano, di certo disapproverebbe. Il tono di voce assai cortese della nuova giunta la spinge a ricredersi sui rozzi modi di fare che l’avrebbe attribuito solo a causa del suo vestiario: l’oto di Danae, difatti, capta un linguaggio forbito ed ineccepibile ed una richiesta mossa all’Oste anche dalla Contessa d’Eu più e più volte. [ Vi avverto, Madame: per ottenere del buon vino da Ricard occorre estorcerglielo con la forza! ] Già, perché il buon vecchio Oste par affezionato al melenso liquido che spaccia per primizia. La Nordica non si fa problemi nel sfoggiare il suo accento di origine franca, la “r” rotata caratterizza la sua cadenza e condiziona le movenze delle sue labbra.


MELISANDE [Bancone] Lo sguardo violetto è puntato sull'Oste che borbotta parole che tu, grazie ai Doni di Sangue, riesci a percepire piuttosto chiaramente ma che probabilmente a Danae sfuggono e forse è anche meglio così: scandalizzerebbe chiunque il dire del caro Ricard, facendo sicuramente arrossire una dama d'alta classe quale pare essere la tua compagna di bancone. In ogni caso l'Oste svanisce nel retro della bottega, lasciandovi in sospeso sulle sorti del tuo ordine. Cosa porterà quando tornerà? Poco te ne curi. Non berrai comunque il vino in quanto sei dedita ad altri piacere, decisamente meno morali ma più gratificanti. Lo sguardo si sposta su Danae. La osservi per qualche secondo, in silezio, e dopo le regali un sorriso criptico. Come tutti gli appartenenti alla tua razza sai di risultare affascinante e allo stesso tempo inquietante, un misto di sentimenti contrastanti che attira sempre le prede. E quelle che provengono dall'altra parte della manica evidentemente non fanno eccezione. [Oh ma lo conosco da anni, il caro Ricard. Si dimentica sempre che pretendo rispetto da lui, proprio come io lo rispetto.] Pare vero! Non convinceresti nemmeno la tua figlioletta con questa recita. [E invece non mi sembra di conoscere voi, milady. E dire che in qualità di Membro del Governo solitamente sono ben introdotta nella società di questa cittadina.] Sbatti le palpebre un paio di volte per poi andare a muovere le mani per slacciare i legacci del mantello e rivelare per intero il tuo scandaloso abbigliamento scarlatto. Indossi anche la collana che ti ha regalato Malbeth [https://dl.dropboxusercontent.com/u/18065519/apotheca_2015/malbeth/ciondolo_Malbeth.jpg] e il Pendolo di Dedalo che non ti abbandona mai. Ma questa sera non sei la Signora dei Veleni, questa sera sei la Duchessa... che a memoria mi sembra stare un gradino più in basso rispetto alla Contessa. [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Lo scorbutico Oste si allontana borbottando qualche lamentela che Danae non riesce a comprendere ma sicuramente qualcosa di simile ai commenti poco carini che la Contessa d’Eu è solita leggere sulle labbra secche di Ricard. Ora la Normanna ha tutto il tempo per posare le iridi cerulee sul volto di Melisande che si presenta perfetto nella sua inconsueta bellezza: la sua interlocutrice la vedrà certamente indugiare sui connotati dritti e perfetti del suo volto, mentre sul viso della Nordica si palesa un sorriso cortese. [ Io lo conosco da poco, invece, essendo giunta su Barrington solo da un paio di cicli di luna. ] Due o tre mesi, per intenderci. [ Ma l’ho già inquadrato, il taccagno! ] Si lascia sfuggire una risatina e si stringe nelle spalle indirizzando un occhiolino all’Eterna qualora anche al suo oto sia giunto l’ennesimo borbottio del vecchio. Per la prima volta da quando è approdata a Barrington, le capita di aver dinnanzi a sé qualcuno “ che conti “ nel senso che ella dà alla sua esistenza, qualcuno in possesso di potere temporale. La osserva di nuovo prima di rispondere [ Mi chiamo Danae d’Eu. Vengo da molto lontano, un luogo in cui il mio nome – quello di mio padre – è rispettato. ] Qui, invece, il suo titolo non sembra contare molto. Le iridi si poserebbero sulla veste scarlatta che attira sicuramente l’attenzione, eppure la bocca della Nordica resta cucita, quasi voglia far bella impressione con la donna che ha di fronte.

MELISANDE [Bancone] L'oste non accenna a tornare, lasciandoti ''da sola'' con l'umana il cui profumo comincia a stimolarti un certo... appetito, diciamo così! L'impronta di un altro Immortale su di lei, però, ti confonde. Non come si confondono gli esseri umani, questo è ovvio, ma rende la Creatura più cauta. Perchè gli Eterni, per quanto possano sembrare civili, sono proprio come gli animali che marcano il loro territorio. E allora la osservi con le iridi violette e quel persistente mezzo sorriso sulle labbra. [Taccagno, sì. Vi consiglio di raggiungere l'isola al di là del lago per consumare un pasto decente, milady. Nella Locanda di Filippa si mangia divinamente.] Cerchi di sembrare momentaneamente appassionata dal tuo dire con gli occhi che a comando producono giusto una puntina di lacrima per permettergli di brillare alla luce delle candele. Sempre perchè sei tu che lo comandi il pallore del viso si attenua con le gote che si arrossano quanto basta per rendere più veritiera la sceneggiata. [Sotterfugio liv3] [Il mio nome è Melisande D'evreux di Shahrizai e anch'io, come voi, provengo da una terra lontana e quanto sono giunta in questa cittadina -anni e anni or sono- ero una perfetta sconosciuta, esattamente come Voi. Ma le persone con un certo carattere e che sono state educate per occupare una certa posizione sociale, vedete, finisco per brillare e distinguersi anche in queste terre lugubri.] [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Sebbene abbia già incontrato due Eterni durante il suo breve ma intenso soggiorno a Barrington – non c’è che dire, è proprio una calamita per i Vampiri! -, Danae non par accorgersi che quella donna così enigmatica ed affascinante dinnanzi a lei non è umana. Non lo sospetta nemmeno, probabilmente affascinata dal suo tono di voce e dalla carica che par ricoprire all’interno della Cittadella. Gli occhi chiari della Contessa si specchiano in quelli violetti di Melisande, simili a pietre preziose. [ Avete davvero un bellissimo sguardo, Madame. Ve l’aveva mai detto nessuno? ] Solo successivamente al suo oto giunge il commento della donna ed il suo richiamo all’Isola dei Pomi. [ Avalon, giusto? Molti ne parlano come se fosse un luogo magico! Dicono che lì vi sia un’estate costante.. è vero? ] Par non dare molto credito alle chiacchiere della gente, specialmente quella che dimostra provenire dalle parti più malfamate di Barrington. L’oste non accenna a far capolino dal retro del bancone, motivo per il cui la Contessa allungherebbe il suo calice in direzione di Melisande. [ Volete far un sorso per ingannare l’attesa? Io vi ho accostato le labbra appena, non temete ] Non è avvezza ad offrire i suoi possedimenti ma è furba abbastanza da cercare di farsi amica quella bellezza che par saperla incantare con la voce e con lo sguardo. Sorride al suo commento finale, stringendosi nelle spalle e ripetendo il nome della sua interlocutrice per apprenderlo. [ Felice di conoscerVi, Melisande. Brinderei volentieri alla Vostra ma Ricard sembra essere caduto dalle scale ] Proferisce il commento ultimo ad alta voce, così che l’uomo possa sentirla. [ Sono sorpresa di vederVi in questa topaia, Madame. Qui ho conosciuto solo balordi, o quasi ] L’uomo dai capelli color della neve fa eccezione per quanto possa ricordare, quel che è accaduto dopo aver scorto in lontananza quella torre antica è tutto da scoprire.

MELISANDE [Sala Comune] Impossibile, per un umano, riconoscere un Eterno. Impossibile davvero! Respirano, si animano e si muovono proprio come gli esseri umani. Eppure, forse, un occhio attento riuscirebbe a notare che ogni tanto un respiro salta e se si potesse ascoltare il battito cardiaco sicuramente lo si troverebbe pericolosamente costante e con una frequenza piuttosto bassa, come qualcuno con seri problemi all'apparato cardiovascolare. Ma non è il caso di Danae che, come il resto della popolazione, non sospetta quel che si nasconde dietro la facciata appassionata di Melisande, la Duchessa delle Terre Libere. [Vi ringrazio, Danae. Qualche lontano parente mi ha fatto questo dono ma vi assicuro che, proprio come i vostri occhi chiari, anche i miei durante le ore del giorno divengono assai problematici.] Per più di un motivo, in effetti. Questo eviterai però di raccontarlo all'umana che forse nemmeno vuole saperlo. [Oh no, vi ringrazio cara. Come se avessi accettato. Attenderò fuduciosa il caro Ricard o chiederò alle Guardie del Governo di trascorrere qualche ora al giorno nella bettola, facendo ispezioni a sorpresa.] Il tono di voce si alza così da rendere ben udibile la minaccia anche al resto della sala che per qualche istante pare quietarsi. Il brusio, poi, aumenta. Certo che le pecore sono prorpio pecore. La minaccia però sembra funzionare perchè dopo pochi istanti Ricard ritorna con il calice di Vino anche per te. Rosso rubino. Odore fetido. Con la mano destra sostieni il calice e poi fai per avvicinarlo a quello dell'umana, facendo così sfiorare i cristalli. [Alla Vostra, Danae!] Avvicini il calice alle labbra, lasci scivolare il vino fino a lambirle e poi posi il calice nuovamente sul bancone. [Avalon] Ripeti, non guardi lei ma un indaffarato oste [Quel che dicono è vero dell'Isola: è sempre estate e la Dea sembra essere misericordiosa con coloro che la Venerano.] Dove ti collochi tu, Melisande? Hai sentito la Sua Voce, la bambina dentro di te ha sentito la Sua Voce. Ma ora hai incrinato l'Equilibrio. Sposti di nuovo lo sguardo violetto sulla dama, sorridendole [Ebbene una Duchessa deve frequentare tutti i luoghi, anche questi.] [Sotterfugio liv3] [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Attende educatamente che Ricard faccia il suo ritorno con un calice di vino per Melisande gemello al suo, quindi si unisce con vigore al brindisi dell’altra. [ Alla Vostra, Madame Melisande! ] Il polso porta il recipiente in alto con una spinta tale da far basculare il liquido bordeaux all’interno della coppa; indi il braccio viene riaccostato al busto e le labbra si poggiano sul bordo del bicchiere, suggendo il vino misuratamente e gustando il sapore del nettare degli Dei che si propaga nel palato. La Duchessa par conoscere il disagio provato dalle persone con gli occhi chiarissimi dinanzi ai raggi dell’astro diurno, costrette a coprirsi il volto per evitare bruciori ed arrossamenti; la ventiduenne annuisce e sorride, mostrandosi aperta alla conversazione con la sua interlocutrice; finalmente le capita di poter conversare con qualcuno ben inserito nella porzione benestante di Barrington e grazie a questo flebile aggancio la Contessa s’illude di potersi lasciare alle spalle la bettola ed il suo fetido contorno. Melisande le racconta qualcosa su Avalon e nella sua mente la Nordica si ripromette di far visita all’Isola incantata, dai più descritta come un luogo fiabesco. Più di una volta Danae ha tentato di immaginarne le fattezze: il verde delle sue foreste, le coste frastagliate; ovviamente, le sue fantasie rispecchiano inevitabilmente i racconti di chi si è prodigato di descriverle l’Isola e la sua Cittadella. L’ultimo dire della sua interlocutrice le strappa l’ennesimo sorriso, questa volta più veritiero grazie al briciolo di confidenza in più donato all’Eterna e per merito del vino. [ Vivete in un palazzo? ] Domanda curiosa, sporgendosi involontariamente verso Melisande, attratta dalla tenebrosa bellezza della donna. Ha conosciuto la Fortezza Ancestrale e si è innamorata della beltà dei suoi dipinti ed affreschi e s’immagina che una figura importante ed altolocata viva in un maniero altrettanto ricco e sfarzoso.

MELISANDE [Sala Comune] Agiti il liquido bruno, facendono roteare nel calice. Il puzzo della bevanda alcolica si mescola con l'odore disarmante di Danae che, però, è corrotto dall'Oscurità. Il suo sangue è ancora debole, marchiato da un Eterno. Chi hai incontrato sulla tua strada, splendida fanciulla? Posi nuovamente il calice, senza portarlo ulteriormente alle labbra. Strano ma vero il cibo e le bevande degli uomini sono nauseabondi, proprio nel lato più concreto del termine: provocano nausea. [Potrei, volendo.] Rispondi alla sua domanda [I Membri del Governo sono tutti invitati a risiedere nel Palazzo del Governo che si trova in piazza, non lontano dalla Fortezza Ancestrale e innanzi alla Torre Campanaria che è appena sorta.] Le spieghi [Ma ho altri compiti da assolvere durante il Giorno] quali? dormire? [e la Notte. Sono la Guida dei Maestri dei Veleni e non posso allontanarmi dalla Casa dei Veleni.] Un mezzo sorriso. Ecco che, piano piano, si delinea meglio Melisande dei Veleni mentre la Bestia allunga i suoi artigli fino a sfiorare Danae. La vuole, ma il suo Sangue è debole. Dopo, si ripromette. Dopo, le prometti. Dopo ma... quando? [Sotterfugio liv3] [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Osserva silente la splendida donna di fianco a lei, gli occhi chiari si posano sulla bocca di lei quando s’accosta al recipiente per gustare il vino; Danae fa altrettanto però, a differenza di Melisande, la ventiduenne si concede lunghi e gustosi sorsi. Dopo aver posato il bicchiere sulla lignea superficie del bancone, sfregola le labbra una contro l’altra per assorbire ogni goccia del nettare degli Dei, stringendosi nelle spalle e ritornando con lo sguardo sulla sua interlocutrice. Questa non si è avventata nuovamente sul vino, suscitando la curiosità della Normanna. [ Non Vi piace? ] Domanda allarmata, le iridi saettano nuovamente su Ricard come se la Contessa si stia preparando a rimproverarlo; non gli dice nulla per il momento, attendendo una conferma da parte di Melisande. Chissà, forse la Duchessa si sente poco bene, magari è presa dalla loro conversazione più di quanto Danae immagini. Sì, deve essere così. La Nordica ascolta con attenzione la risposta dell’Eterna, apprendendo l’esistenza di una Casa di Veleni. [ I Maestri dei Veleni.. ] Assapora il suono delle parole che dalla sua bocca escono pronunciate con l’accento francese; anche se non ne aveva mai sentito parlare, non le viene difficile capire di cosa la donna si occupi. Oltre alla professione di Melisande, la ventiduenne scopre anche che in queste terre i Nobili lavorano; ciò le fa inarcare il sopracciglio destro. Che strane terre, quelle in cui è capitata! Perdendosi nello sguardo magnetico della donna, il suo subconscio ha la meglio: le immagini che popolani i suoi sogni si riversano nella mente di Danae, mostrandole gli ultimi stralci tratti direttamente dai suoi incubi. Scuotendosi dal torpore, la fanciulla scaccia l’ingombrante imago di un felino scuro e pronto ad aggredirla, soffermandosi sulla torre che l’uomo dai capelli chiarissimi l’ha invitata ad osservare in lontananza. [ Perdonatemi se oso adoperare la Vostra conoscenza di queste terre per saziare le mie curiosità, eppure non ho modo di fare conversazione con molte persone. Girano brutti ceffi qui. ] Sorride debolmente a Melisande. Un sospiro d’incoraggiamento e la Nordica si butta a capofitto nel suo piano [ Un signore una sera mi ha indicato una torre ed ha detto che questa è diversa da tutti gli altri monumenti di Barrington: più antica, più misteriosa. Egli era così affascinante che ho sognato le sue parole per diverse notti. ] Non può far a meno di arrossire, gli occhi si abbassano sino a posarsi sui difetti e sulle stecche di legno che sporgono dai bordi del bancone. [ Ho cercato questa torre ma non l’ho mai trovata. Ne sapete qualcosa? ] Non si scosta quando l’Eterna le si avvicina, il cuore martella incessante nel suo petto al solo asfissiante pensiero di poter piano piano dare un nome all’uomo che ella crede l’abbia aggredita.

MELISANDE [Bancone] [Oh no, è delizioso.] Provi a rassicurarla, con evidente sollievo dell'Oste che decide di servire altri tavoli con una certa rapidità che non gli credevi possibile. Maestri dei veleni, sì. Coloro che hai deciso di Servire nella Vita e ora anche nella Morte. Quando i Veleni ti abbandoneranno allora saprai che è giunta l'Ora del riposo che duererà in eterno, fino a quando essi non avranno più bisogno di te. Melisande dei Veleni che verrà tramandata come una leggenda, nascosa nei sotterranei della Dimora dei Veleni fino a quando essi non ti risveglieranno. Baderà Irina a loro in tua assenza. Riposo. Riposo. Riposo. Annuisci, comprensiva -o fintamente comprensiva- a quanto dice la Contessa. [Dovreste cominciare a frequentare luoghi come la biblioteca, sono frequentati da persone di livello superiore rispetto a questo pattume.] Quel che poi l'umana afferma, con aria forse trasognata o forse no, ti riempirebbe di stupore se tu ancora fossi in grado di provarlo. Ma... non lo sei pià, pertanto ti limiti a cercare di riprodurre una delle tue più riuscite espressioni pensierore [Una Torre, dite? Cos'altro ha detto quest'uomo sulla Torre? Perchè ce ne sono parecchie nella cittadina e tutte molto antiche.] [Sotterfugio liv3] In realtà non è così e lo sai anche tu: c'è solo una torre molto molto antica. Ma chi è l'uomo del mistero? Si agita il cuore in petto a Danae. Ora il suo Sangue sbiadito e l'impronta di un Eterno su di lei divengono più chiari. [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Sì, è vero: quel vino è delizioso, tanto buono e fruttato da indurre la ventiduenne ad appropriarsi degli ultimi gocci come un Vampiro assetato di sangue; la Nordica non sa del tenebroso segreto di Melisande dei Veleni e, probabilmente, anche se l’Eterna glielo confessasse Danae tenderebbe a non crederci. Lei è una diffidente nata. Ecco perché qualcosa in lei par stranirsi non avvedendosi delle labbra del Gran Maestro accostarsi al bicchiere ancora colmo di nettare degli Dei a differenza del suo, oramai miseramente svuotato. Sorride al dire di Melisande, stringendosi nelle spalle e scrollando il capo con noncuranza, lasciando ballare i lunghi pendenti fermati ai lobi delle orecchie. [ Probabilmente. Se continuassi a bazzicare nella Bettola finirei per assomigliare ad una di loro! ] Il capo si inclina appena in direzione di una donna corpulenta e decisamente scostumata, seduta sulle gambe d’un uomo poco distante dalle due interlocutrici. Con un sospiro, giocherella col recipiente vuoto passandoselo da una mano all’altra, quindi lo allunga a Ricard. [ Un autre, s’il te plaît. ] Altro giro, altro piacere. Melisande vuole sapere ulteriori dettagli circa le parole dell’uomo misterioso e la Contessa non si fa pregare. [ Uhmm.. In realtà è stato molto vago: ha solo accennato a questa torre come un luogo maledetto, un luogo che cela i misteri sulla vita e sulla morte. Affascinante, eh? ] Ammiccherebbe in direzione del Gran Maestro, oramai i suoi sensi sono corrotti dal vino. [ Magari egli è solo un ciarlatano con molta fantasia, non mi stupirei se mi avesse raccontato una balla. ]

KALIZ_NY_KUNAH [esterno-interno] cammina nella notte coperta dal suo nero manto il cappuccio ricade sul capo morbido , le mani sono posate sulla cinta alla sinistra il suo fodero con il pugnale , alla destra la sua frusta legata alla cita dirige calma verso la bettola , lo sguardo ancora assonnato gli occhi sono lievemente socchiusi , i capelli sono tenuti ben saldi in una treccia che viene nascosta nela cappuccio , di fronte alla porta della bettola la mano destra guantata fuoriesce dal manto e con eleganza apre la porta entrando e lasciandola chiudere dietro di sè dirigendo nella sala principale osservando chi vi sia con attenzione cercando un posto libero dove non ci sia troppa luce

MELISANDE [Bancone] Allunghi verso Danae il tuo bicchiere di vino, facendo cenno a Ricard di lasciar perdere la sua ordinazione. [Bevete pure il mio, Contessa. Noi Signori dei Veleni siamo capricciosi con cibo e bevande: raramente riusciamo a godere dei piaceri della vita perchè il Veleno che ci scorre nelle vene non ci permette di fare altro che... guardare altri bere e mangiare. Il più delle volte, s'intende.] Ecco forse spiegate le occhiaie della Signora dei Veleni e il vestito non del tutto riempito. Ma è così che fuziona: eri già Gran Maestro dei Veleni quando Ithilbor ti ha resa una Moth ed eri già l'ombra dell'apprendista di un tempo. E l'aspetto esteriore dei non-morti non è in grado di mutare. Se ti tagliassi un dito questo ricrescerebbe, così come i boccoli corvini. E se ti facessi un tatuaggio la tua pelle se ne impadronirebbe. Incapacità di migliorie fisiche. Questo è. [Un luogo maledetto, dite? Che cela i misteri sulla vita e sulla morte? Ebbene forse il vostro amico misterioso vi stava parlando del Nero Obelisco. Una Torre antichissima che si dice essere infestata dagli Spiriti.] Assumi un tono vellutato, a tratti cospiratore. [E' situata accanto alle mura della cittadina, non lontano dalla Fortezza Ancestrale.] La curiosità uccise il Gatto, Danae. E in cosa una Contessa è diversa da un Gatto? [Credete negli spiriti, Danae?] Sposti lo sguardo violetto sulla porta mentre vedi entrare l'ennesimo avventore della serata, nascosto da un manto scuro. [Tenebra I - Veggenza I]

DANAE [ . Pressi Bancone . ] Un gesto imperioso della mancina blocca sul nascere la discesa dell’Oste verso il loco ove egli custodisce le damigiane; la mancina ghermisce il bicchiere destinato in precedenza alla Signora dei Veleni, premendo i polpastrelli contro il vetro. [ Merci ] La spiegazione di Melisande par averla convinta, ragion per cui si limita ad annuire e si avventa sul liquido di una colorazione di rosso così intensa da macchiarle le labbra e renderle scure come se l’avesse truccate. Il capo si volta in direzione dell’ingresso quando ode la lignea superficie della porta schiudersi per permettere l’ingresso ad una figura ammantata, per ora totalmente disinteressata alle due donne. Le parole della sua interlocutrice spingono la Contessa a posare il suo sguardo ceruleo nuovamente sull’incantevole volto della Velenifera: senza neanche sapere perché, le sue pupille si dilatano e la bocca scurita dal vino si schiude per dare fiato alla sua notoria curiosità. [ Il Nero Obelisco? ] Persino il nome di quella fantomatica costruzione richiama il mistero macabro che par avvolgerla; man mano che la Vampira svela altri dettagli, Danae s’avvicina all’imago dell’avvenente Cacciatrice, le dita ancora strette attorno al bicchiere. Anche la Normanna ha smesso di bere, totalmente rapita dalle arti oratorie dell’Eterna. Il fatto che questa Torre sia vicina alla Fortezza Ancestrale la spinge a volerla visitare, eppure è un segreto che la fanciulla tiene per sé, ingoiato dietro ad un sorriso che nasce sul volto pallido. [ Credo che ci siano sussurri nell’oscurità.. qualcosa che sfugge ai nostri occhi. ] L’ha sempre pensato, sia quando udiva rumori di catene che stridevano contro il pavimento nel suo maniero in Normandia sia quando gli incubi la scuotono talmente tanto da toglierle sonno ed appetito.

MELISANDE [Bancone - Esterno] La figura incappucciata si avvicina al bancone, rivelando infine la sua persona: è la drow della biblioteca. [Ecco] dici ad alta voce, spostando nuovamente lo sguardo sulla contessa e indicando con un cenno del capo l'elfa oscura [Ho incontrato questa amabile ed esotica creatura nella Biblioteca cittadina.] Ti alzi, ora, con un fluido quanto lento movimento e fai per risistemarti addosso il manto. E' chiaro che devi andare via. Devi, non è la parola esatta. Hai bisogno di andare via. Un bisogno fisiologico e poco umano che dev'essere soddisfatto quanto prima e assai lontano dalla bettola che ti regalerebbe solo individui colmi di alcool. Un Sangue cattivo, per nulla invitante anche se il Sangue è Sangue. [Ebbene Contessa, allora il Nero Obelisco è sicuramente pieno di Sussurri nell'Oscurità. Vi consiglio di stare lontana da quella Torre di Ossidiana.] Mistorioso il sorriso che ti sorge sulle labbra [Ma forse già vi conosco e so che non lo farete: ebbene ricordate che alcune porte non devono essere aperte senza la giusta chiave che magari posso fornirvi io.] Ancora più criptica. Inquietante, Melisande. Inquieti anche me che ti conosco da lungo tempo. [E' giunta la mia ora per questa notte: è stato un piacere mia cara. Sapete dove trovarmi.] Una riverenza. Le regali una riverenza, una di quelle che s'imparano a corte prima ancora d'imparare a camminare. Una di quelle che con le ginocchia tochi il pavimento. Non è mai stata così poco faticosa. [Venom] Saluti entrambe, lasci qualche moneta per Ricard e poi ti avvii verso la porta: destinazione? Chissà! Occhio Cittadina, la Vedova Nera dei Moth è a caccia! [Sotterfugio liv3][Tenebra I - Veggenza I]


DANAE [ . Pressi Bancone . ] Sì, forse l’Eterna ha capito Danae più di quanto non vi sia riuscito il Conte d’Eu o l’uomo che l’ha strappata al monastero. Sorride la ventiduenne alle parole di commiato della donna, invero triste di dover far a meno di una compagnia tanto adorabile. Gli occhi si posano curiosi sul Drow e lo sguardo carezza la pelle lucente ed i capelli chiarissimi della creatura; non ne ha mai vista una del genere, motivo per il quale forse le iridi si soffermano un po’ troppo sulla nuova giunta. Accorgendosi della gaffe, la fanciulla rivolge un sorriso a Kaliz. [Bonsoir ] Alzerebbe il bicchiere colmo di vino a mo’ di saluto in direzione di Melisande che s’appresta a raggiungere l’uscita, indi si scosta dal bancone per dirigersi verso il piano superiore, là ove dimorerà per questa notte per poi tornare alla Fortezza Ancestrale all’alba. Probabilmente andrà a caccia del Nero Obelisco, sicuramente non darà ascolto agli avvertimenti della Signora dei Veleni. [ /exit. ]

KALIZ_NY_KUNAH [bancone] riconosce solo ora la presenza di Melisande che la indica con quella descrizione che la fa sospirare appena , seppur l' espressione rimane fredda fissa l' oste con le bianche iridi del vino dice con freddezza saluta con cenno di mano Melisande e osserva chi sia rimasto guardando appena di lato Danae senza dire nulla , attende la sua ordinazione unendo le mani e posandole sul bancone controllando che non sia sporco rimane li seduta nel suo silenzio stando molto attenta a cosa ha intorno [exit]
.Melisande.
00sabato 16 luglio 2016 12:48
Con un ritardo imbarazzante arriva il mio GRAZIE ad entrambe per la giocata!

A presto!!!! [SM=g27830]
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