Quando uscì, mi feci registrare il doppio LP su musicassetta. Non avevo i testi per cui molte cose mi erano ignote. Sapevo che si trattava del "muro", ma preferii fantasticare sulle note di quell'opera. Inutile dire che il pezzo più orecchiabile e commerciale era "Another brick in the wall", trasmesso più volte alla radio; tuttavia erano altri i "pezzi" che mi colpivano particolarmente: "Mother" era molto malinconica, "Young lust" semplicemente prorompente e melodica con quel suo "I need a dirty woman" cadenzato da batteria e chitarra elettrica...e quando la chitarra di Gilmour comincia il suo assolo sentivo solo una voglia irrefrenabile di cantarla, incurante del suo significato. Divenne un modo di dire "ho bisogno di una donna sporcacciona" quando ironicamente si scherzava con gli amici. Il secondo disco contiene pezzi come "Hey you", che canticchiavo quando tutto ciò che mi circondava mi sembrava estraneo e incomprensibile; ma erano anche gli anni dell'adolescenza. "Is there anybody out there" era il suo brano gemello; ricordo che un giorno rimasi seduto sulla riva di un fiume, al tramonto, e pronunciavo questa frase: una perfetta solitudine, alla ricerca di risposte alle domande della vita; semplicemente "normale" e delicato il pezzo di chitarra di Gilmour. "Nobody home" amplificava in me questa malinconia, grazie anche alla partitura melodica. "Vera" era la canzone dell'amore perduto o mai raggiunto: poche parole sussurrate. "Confortably numb" era il pezzo che più amavo. Parte molto dolce e rilassato, abbastanza cadenzato; si capiva che non sarebbe stata solo una canzone: voleva dire qualcosa, lo intuivo....La chitarra di Gilmour "parla" e trasmette delle vibrazioni...ma tutto il pezzo è molto armonioso, malinconico e drammatico, fino alla rabbia dell'assolo finale di chitarra che "spara" le sue note fino al cielo, incastonandole come stelle, mentre la batteria incalza. "In the flesh" contiene un pezzo veramente intrigante, con un coretto melodico ed un "gridato", con batteria finale, preludio a "Run like hell", apoteosi ritmica. Nick mason inizia e Gilmour accompagna, come un'onda anomala che tutto travolge, sostenuti dalla voce sferzante di Waters. "The trial" è un pezzo che o si ama o si odia. Io lo adoro. La componente melodica è sempre presente, anche nel dramma: quel "crazy" quasi sussurrato e stridulo rincorre tutto il brano, mentre una esplosione finale lo conclude.
Ancora due parole su "Confortably numb", la seconda versione, quella adottata da Gilmour post-Waters, nei concerti "live": la chitarra nel finale letteralmente "grida" e mi sento veramente "nell'altra faccia della luna": una notevola sensazione cosmica.
Dopo "The Wall" i Pink Floyd cominciarono a "morire". Nel 1984 Waters disse:
"Senza di me i Pink Floyd sono morti e sepolti. Sono talmente cambiati che una tournèe non avrebbe più senso: potrebbe solamente inquinare e far scadere la reputazione del gruppo"
David Gilmour, invece, definiva così l'ex compagno:
"un membro del gruppo che non condivide il nostro punto di vista"
Non saprei dirti come stanno adesso le cose, ma all'epoca si ricorse alle vie legali per il marchio "Pink Floyd" ed alla fine Gilmour la spuntò.
[Modificato da Tidus forever 30/11/2004 12.40]