C'era una volta il Che. Ernesto Guevara, tutta un'altra storia

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daetil
00lunedì 5 gennaio 2009 13:54
Dopo una discussione accesa sulla figura di Ernesto Guevara detto il "chè" ,come mia abitudine, ho cercato qualche testo che confortasse le teorie apprese su internet sulla meschinità, razzismo e violenza del grande mito della sinistra mondiale. La ricerca è stata facilissima (lo sarebbe stata di più se non fossimo stati in Italia) infatti esistono testi storici su questo abietto individuo nel resto d'Europa da molto tempo e molto di più che in Italia ma sappiamo come funziona la Kultura italiana.
Il Libro: C'era una volta il Che. Ernesto Guevara, tutta un'altra storia Scritto da Leonardo Facco ed edito dalla Simonelli. E' un libricino di circa 100 pagine da leggersi tutto d'un fiato. Riporta un'amplissima presenza di testimonianze dirette sia di anticastristi convinti che di membri del governo Cubano. L'immagine che ne esce fuori è discreta. Vorrei fare un'ampia citazione ma grazie all'airfrance il libro con la mia valigia è da qualche parte in Europa (come vedete non succedono solo in Italia ste cose). Quindi, mio malgrado, non posso per ora riportare documentazione come fa l'autopre ma non mancherò appena mi verrà restituito il libro (e spero anche la valigia).
Cominciamo dall'inizio: Guevara è sempre stato valutato come medico o studente di medicina. Ma in realtà non c'è nessuna prova che lui abbia mai neanche frequentato una università. Non solo ma più volte in momenti di post combattimento non ci sono prove che abbia mai messo manco un cerottino. Adesso non si chiede a nessuno di essere esperti militari per sapere quanto sia utile un medico durante una guerriglia. Eppure lui nulla. Strano non vi pare?

Ma andiamo avanti più di una volta durante le prime invasioni dei "Barbudos" (quella vincente non fu la prima) molti compagni dell' "eroe" hanno sospettato lo stesso di delazione per salvarsi la vita. Ho sentito un Crick? Uhmm si è la prima crepetta che si forma nell'immagine ma tranquilli questo è nulla.
Oltre alla sua incapacità militare un membro della rivoluzione castrista oltre a informarci sulla sua frequente insubordinazione (che quando sarà poi lui a gestire punirà anche fucilando per il furto di un tozzo di pane) ci racconta del suo elevato razzismo.
Razzismo? Guevara Razzista?
E già il suo nome deriva dal termine spagnolo che sta per maiale in senso di sporco che si lavava poco. E gli venne affibbiato perché dileggiava alcuni suoi compagni rivoluzionari di colore appellandoli negritos (negretto in forma dispreggiativa) non nascose mai il fatto che considerava negri e indios come esseri inferiori.
Sta volta la Crepa è un po' più profonda non vi pare?
Qui veniva la parte più corposa raccontata da un sacerdote vicino alla rivoluzione che era parroco della zona dove c'era la prigione gestita dal Probo Guevara.
Dalla sua descrizione (e non solo la sua) il gusto di Guevara era uccidere con il colpo di pistola alla nuca. A lui sono stati attribuiti circa 200 morti tra cui un ragazzino di 12 anni che aveva avuto la pessima idea di cercare di difendere il padre.
Gran parte delle esecuzioni furono seguite da processi sommari da un tribunale di cui lui era capo. Riusci anche a dire no a Castro (cosa che vedremo non farà più avendo una paura da incubo del dittatore). Infatti erano riusciti a bloccare una esecuzione con la firma di castro che garantiva una salvezza. Putroppo stranamente quando arrivarono Il prigioniero era già stato ucciso con un colpo alla nuca direttamente dal nostro Eroe.
Sentito il rumore sordo? Era un pezzo dell'imagine che è venuta giù. Ma non abbiamo mica finito c'è ben altro.
Pochi poi avrebbero qualcosa da menzionare sul coraggio del Chè. Pare che sto coraggio fosse solo quando doveva essere forte coi deboli. Infatti in almeno una occasione si vide Chè tremante e impaurito agli ordini di casto che lo manipolava ben bene.
E poi mi sono tenuto il meglio per la fine. Chi lo spiega ai nostri Niky vendola, Vladimiro Gudagno (in arte Luxuria) e tutti gli altri del Gay Pride che devono levare i simboli del Chè in quanto uno dei peggiori omofobi della storia?
No penserete. Stai scherzando! Ebene no! Lui e l'amichetto Castro erano profondamente omofobi a dirlo fu lo stesso nipote di Guevara parlando anni dopo essersene andato via da cuba come un governo razzista, e omofobo.
Già Non so se lo sapete ma su idea di Guevara venne aperto un "centro di concentramento" per omosessuali, deviazioni dalla rivoluzione e Santoni Afrocubani. Il parallelismo con campi tedeschi più famosi è eccessivo. Ma la scritta " Il lavoro vi renderà uomini" All'ingresso è stranamente simile.
Eccolo il tonfo finale è arrivato. Finalmente comincia a cadere un falso mito alimentato da Castro al quale faceva molto comodo.
Chiamate qualcuno a pulire i cocci per piacere e mi raccomando che sia bianco e non omosessuale altrimenti potrebbe essere comunque pericoloso.
princepsoptimus
00lunedì 5 gennaio 2009 15:26
comunque siano andati i fatti (supposti poi...) continua ad essere un "mito" non tanto per quello che ha fatto, ma per quello che rappresenta, o per quello che, meglio dire, gli è stato affibbiato...

i fatti che hai postato tu possono essere veri o falsi ma per me poca importa perchè penso che chi abbia l'immagine del Che nella propria stanzetta (io non ne ho, personalmente credo poco ai miti per la semplice idea che per me i miti non esistono) non veneri tanto il Che per quello che è, ma per quello che gli è stato costruito su, nel bene e nel male...

La figura del Che è assimilabile, facendo un blasfemo esempio, a Gesù... anche sulla sua figura si è costruito molto e chi lo venera di fatto non venera lui, ma ciò che la Chiesa gli ha costruito su a partire dal concilio di Nicea, diciamo che ai nascenti hippies servisse una figura su cui gettare tutti i propri ideali di sinistra, e la trovarono nel Che.
daetil
00lunedì 5 gennaio 2009 18:22
Il mito delle persone per quello che rappresentano è sempre stato pericoloso a mio giudizio (idea personalissima). Proprio perchè non è reale e spesso realistico. No è blasfema la tua immagine (almeno per me che son ateo) e rende l'idea dobbiamo cominciare a studiare storicamente i vari miti che abbiamo. Altrimenti costruiamo qualcosa che si rivela pericoloso. Mao venne adorato e si pèenso che fosse possibile seguire il suo comunismo prima di scoprire che anche lui era un carnefice. Stesso vale per Stalin etc. Per non parlare delle figure di destra non meno peggio. Però bisogna avere il coraggio di spezzare il Tabù delle figure.
DarkWalker
00lunedì 5 gennaio 2009 18:51
su queste figure cruciali non ci sarà chiarezza per molto tempo. Personalmente ritengo che quando una persona viene levata a simbolo di qualcos'altro viene messa sotto i riflettori, ma questo non vuol dire che oltre luci abbia anche ombre.
Per altro non penso neanche che sia giusto il secondo passo del ragionamento di deatil, ossia prendere dei crimini connaturati a un dittatore ed estenderli come se fossero connaturati alla sua ideologia...
La penso come princeps: quello che viene -letteralmente- sbandierato non è Ernesto Guevara nato il z a y che fatto x ma il simbolo degli avvenimenti cui ha preso parte. Il resto è storia, letteramente.
daetil
00lunedì 5 gennaio 2009 19:43
Re:
DarkWalker, 05/01/2009 18.51:

su queste figure cruciali non ci sarà chiarezza per molto tempo. Personalmente ritengo che quando una persona viene levata a simbolo di qualcos'altro viene messa sotto i riflettori, ma questo non vuol dire che oltre luci abbia anche ombre.
Per altro non penso neanche che sia giusto il secondo passo del ragionamento di deatil, ossia prendere dei crimini connaturati a un dittatore ed estenderli come se fossero connaturati alla sua ideologia...
La penso come princeps: quello che viene -letteralmente- sbandierato non è Ernesto Guevara nato il z a y che fatto x ma il simbolo degli avvenimenti cui ha preso parte. Il resto è storia, letteramente.




L'esempio dei riflettori è calzante se sono troppo forti alla fine nascondono le ombre che continuano a esistere. Il caso di Guevara è forse il più chiaro ma non l'unico. Personaggi Come Garibaldi (tanto per citare roba nostra) non è scevro da lati osciurissimi ma che vengono sempre taciuti nonostante sia "sotto i riflettori" da bven più di un secolo. Sul tempo sono daccordo con te se nkon fopsse che siamo l'unico paese europeo dove non si è cominciata una analisi anche da sinistra. Sarà un caso?
Su quello che dici dopo non ti seguo ho appunto detto il "suo comunismo" (intendendo il maoismo) propio per evitare che si criminalizzasse l'ideologia per colpa dell'individuo. Lungi da me identificare un'ideologia con un singolo individuo. Altri amano farlo certo non io.
princepsoptimus
00lunedì 5 gennaio 2009 20:02
Re: Re:
daetil, 05/01/2009 19.43:




L'esempio dei riflettori è calzante se sono troppo forti alla fine nascondono le ombre che continuano a esistere. Il caso di Guevara è forse il più chiaro ma non l'unico. Personaggi Come Garibaldi (tanto per citare roba nostra) non è scevro da lati osciurissimi ma che vengono sempre taciuti nonostante sia "sotto i riflettori" da bven più di un secolo. Sul tempo sono daccordo con te se nkon fopsse che siamo l'unico paese europeo dove non si è cominciata una analisi anche da sinistra. Sarà un caso?
Su quello che dici dopo non ti seguo ho appunto detto il "suo comunismo" (intendendo il maoismo) propio per evitare che si criminalizzasse l'ideologia per colpa dell'individuo. Lungi da me identificare un'ideologia con un singolo individuo. Altri amano farlo certo non io.




dipende anche dalla cultura di un popolo, la nostra è essenzialmente una cultura mediterranea che tende ad identificare forti uomini a forti ideologie, così come in America latina con il caso appunto del Che...
Granduca di Milano
00martedì 6 gennaio 2009 08:59
I Che è stato strumentalizzato e in pratica suicidato da castro che si era reso conto che la sua figura avrebbe messo in pericolo il suo potere a Cuba, per questo l'ha spedito in america latina sapendo che non sarebbe più tornato e poi lo ha trasformato in mito, ma da morto. [SM=x751531]
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