Scoperto un gruppo di dieci giovani
nella zona di Tel Aviv: aggredivano
ebrei ortodossi, punk, gay e stranieri
GERUSALEMME
Israele è sotto choc dopo che è stata sgominata una cellula neonazista che operava nella zona di Tel Aviv e aveva legami con organizzazioni straniere di estrema destra. Il gruppo, formato da giovani cittadini israeliani originari dell’Unione sovietica, è responsabile di una serie di aggressioni a ebrei ortodossi e immigrati asiatici avvenute nell’ultimo anno e più volte aveva disegnato svastiche nelle sinagoghe.
Otto componenti della cellula, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, sono stati arrestati tra il 23 luglio e venerdì scorso, quando l’ultimo di loro è rientrato dall’estero. In manette è finito anche il presunto capo della cellula, Eli Boatinov, mentre un nono componente si trova all’estero ed è latitante. I media israeliani hanno dato ampio risalto alla notizia. Il giornale più popolare, Yedioth Ahronoth, ha pubblicato in prima pagina la foto di sei degli arrestati che fanno il saluto romano sotto il titolo «Incredibile».
«È difficile credere che possano esistere simpatizzanti dell’ideologia nazista in Israele, ma è un dato di fatto», ha commentato Revital Almog, il poliziotto che ha guidato l’inchiesta partita nel 2006 quando fu trovata una svastica dipinta nella sinagoga di Petah Tivka, a est di Tel Aviv. Nelle case degli arrestati sono stati rinvenuti ritratti di Hitler, uniformi naziste, coltelli, pistole e 5 chili di esplosivo. Alcune aggressioni erano state filmate come quella a un tossicodipendente ebreo immigrati dall’ex Urss costretto a inginocchiarsi e a chiedere «perdono alla Russia di essere un ebreo e un rifiuto umano».
Nessuno degli arrestati - tutti di religione cristiana - aveva la madre ebrea, la condizione per essere considerati giudei dagli ortodossi. Ma la cittadinanza israeliana gli era stata concessa in quanto avevano almeno un nonno ebreo. Per questo ora sotto accusa è finita la Legge del ritorno del 1950 che non prevede controlli adeguati su chi ha titolo per richiedere la cittadinanza. Effi Eitam, deputato del partito nazionalista religioso Ehud Leumi, ha annunciato che presenterà una proposta per impedire che Israele si trasformi «nel rifugio di chi odia Israele e gli ebrei». La Anti-Defamation League ha invitato però a non strumentalizzare un episodio «marginale» per attaccare tutti gli immigrati dall’ex Urss e ha osservato come questi casi nascano anche dal disprezzo con cui vengono trattati i cittadini israeliani originari di quelle regioni. Nella loro prima comparizione davanti a un magistrato, gli otto hanno negato di essere affiliati a una cellula neonazista.