I testimoni di Geova: Coraggiosi di fronte al pericolo nazista

F.Delemme
00sabato 14 agosto 2010 13:10
e i "terroristi" dell'informazione

I TESTIMONI DI GEOVA sono ben noti per l’incrollabile fedeltà alla Parola di Dio, la Bibbia. Questo spesso richiede coraggio e certo influisce sulla loro vita e sui loro rapporti con gli altri.
Per esempio, i Testimoni hanno profonda stima per persone di qualsiasi gruppo etnico e cultura. Amano Dio e il prossimo. (Matteo 22:35-40) Sono pienamente d’accordo con l’apostolo Pietro, che dichiarò: “Per certo comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto”. — Atti 10:34, 35.
I testimoni di Geova sono pure conosciuti in tutto il mondo per il rispetto che hanno per la legge, l’ordine e l’autorità governativa. Non sono mai stati un focolaio di insurrezione e non lo saranno mai. Questo è vero anche quando in certi paesi sono perseguitati perché assumono lo stesso atteggiamento degli apostoli: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29; Matteo 24:9)
Al tempo stesso i Testimoni riconoscono agli altri il diritto di adorare in armonia con i dettami della propria coscienza.
La coraggiosa presa di posizione dei testimoni di Geova in Germania e in altri paesi sotto il regime di Adolf Hitler è un fatto provato. Un notevole evento verificatosi a Berlino nel 1933 illustra il loro coraggio, il loro amore per Dio e per il prossimo e il loro rispetto per la legge, l’ordine e la libertà religiosa.
Nessun compromesso con Hitler
Più di 50 anni fa ebbe termine il mostruoso potere di Hitler contrassegnato da razzismo e assassinio, durato 12 anni. Ma tuttora l’umanità soffre per le ferite inflitte dal regime nazista.
La storia riconosce che solo pochi gruppi si opposero con coraggio al terrore nazista e fecero sentire la loro voce. Fra questi c’erano i testimoni di Geova, definiti “una minuscola isola di instancabile resistenza [morale] in seno a una nazione terrorizzata”. La loro coraggiosa presa di posizione è ben documentata da storici stimati.
Qualche oppositore, però, inclusi alcuni che un tempo si associavano con i testimoni di Geova, sostiene che i Testimoni inizialmente cercarono di arrivare a un compromesso con il regime di Hitler. Qualcuno afferma che rappresentanti della Watch Tower Society cercarono senza successo di ingraziarsi il nuovo governo e che, almeno per un periodo di tempo, approvarono l’ideologia razzista dei nazisti, che alla fine portò allo sterminio di sei milioni di ebrei.
Queste gravi asserzioni sono assolutamente false. Quello che segue è un esame obiettivo degli avvenimenti in questione, basato sulla documentazione disponibile e il contesto storico.
Riandando al passato
I testimoni di Geova sono attivi in Germania da più di 100 anni. Nel 1933 c’erano circa 25.000 Testimoni che adoravano Geova Dio e distribuivano pubblicazioni bibliche in tutta la Germania.
Nonostante le libertà garantite dalla costituzione tedesca dell’epoca, erano spesso il bersaglio di campagne diffamatorie, lanciate principalmente da oppositori religiosi. Già nel 1921 i Testimoni, chiamati allora Ernste Bibelforscher (Zelanti Studenti Biblici), furono accusati di far parte insieme agli ebrei di movimenti politici sovversivi. Gli Studenti Biblici furono definiti pericolosi “vermi ebrei” bolscevichi, benché non sia mai stata prodotta alcuna prova delle accuse. In seguito il teologo svizzero Karl Barth scrisse: “L’accusa che i testimoni di Geova abbiano legami con i comunisti può solo essere dovuta a un malinteso involontario o persino premeditato”.
Un bollettino parrocchiale accusò i Testimoni e gli ebrei di cospirare insieme dando vita a movimenti rivoluzionari. In risposta l’edizione tedesca dell’Età d’Oro (ora Svegliatevi!) del 15 aprile 1930 dichiarava: “Non abbiamo nessuna ragione di considerare questa falsa accusa un insulto, poiché siamo convinti che un ebreo sia perlomeno una persona che vale quanto un cristiano nominale; ma respingiamo la suddetta falsità del giornalino della chiesa perché vuole denigrare la nostra opera, come se non venisse svolta per amore del Vangelo ma per gli ebrei”.
Infatti lo storico John Weiss scrisse: “I Testimoni non avevano niente a che fare con il nazionalismo razziale tedesco e non avevano rimuginato per secoli sulla mancata conversione degli ebrei. I Testimoni si attenevano ancora, se pur con delle riserve, alla credenza cristiana originale della necessità di convincere tutti i potenziali convertiti a Cristo”.
Cosa accadde quando Hitler salì al potere?
Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato nuovo cancelliere della Germania. All’inizio il governo di Hitler cercò di nascondere la sua natura estremista e violenta. Perciò i Testimoni, insieme a milioni di altri tedeschi, nei primi mesi del 1933 consideravano il partito nazionalsocialista la legittima autorità sovrana di quel tempo. I Testimoni speravano che il governo nazionalsocialista (nazista) si rendesse conto che questo gruppo di cristiani pacifici e ligi alla legge non costituiva affatto una minaccia per lo Stato. Questo non voleva dire che avrebbero fatto compromesso sui princìpi biblici. Come è avvenuto in altri paesi, i Testimoni volevano informare il governo tedesco della vera natura non politica della loro religione.
Ben presto fu evidente che i testimoni di Geova sarebbero stati uno dei primi bersagli della brutale repressione nazista. Furono nuovamente tacciati di complicità in una presunta cospirazione ebreo-bolscevica.
Iniziò una campagna di persecuzione.
Perché una comunità religiosa così piccola doveva attirare il furore del nuovo regime? Lo storico Brian Dunn identifica tre ragioni fondamentali: (1) l’internazionalità dei Testimoni, (2) la loro opposizione al razzismo e (3) la loro neutralità nei confronti dello Stato. A motivo delle loro convinzioni basate sulle Scritture, i Testimoni tedeschi rifiutavano di fare il saluto nazista, di iscriversi al partito nazionalsocialista e in seguito di partecipare ad attività militari. — Esodo 20:4, 5; Isaia 2:4; Giovanni 17:16.
Di conseguenza subirono minacce, interrogatori, perquisizioni domiciliari e altre angherie da parte della polizia e delle SA (le Sturmabteilungen di Hitler, reparti d’assalto o camicie brune). Il 24 aprile 1933 alcuni funzionari sequestrarono e chiusero l’ufficio della Watch Tower a Magdeburgo. Dopo che una perquisizione minuziosa non produsse alcuna prova incriminante, e dietro l’insistenza del Dipartimento di Stato americano, la polizia restituì la proprietà. Entro il maggio 1933, però, i Testimoni erano al bando in diversi stati regionali della Germania.
I Testimoni compiono un’azione coraggiosa
In quel periodo iniziale Hitler coltivava con sollecitudine la sua immagine pubblica di campione del cristianesimo. Proclamò il suo impegno a favore della libertà religiosa, promettendo di trattare le denominazioni cristiane “con giustizia obiettiva”. Per migliorare la sua immagine, il nuovo cancelliere si faceva vedere in chiesa. In quel tempo molti dei paesi che in seguito sarebbero entrati in guerra con la Germania esprimevano ammirazione per le imprese di Hitler.
Preoccupato per la crescente tensione in Germania, Joseph F. Rutherford, l’allora presidente della Watch Tower Society, insieme al responsabile della filiale tedesca, Paul Balzereit, decise di preparare una campagna per informare il cancelliere Hitler, le autorità governative e il pubblico che i testimoni di Geova non costituivano affatto una minaccia per il popolo e lo Stato tedesco. Evidentemente Rutherford credeva che Hitler non fosse al corrente degli attacchi contro i testimoni di Geova o che fosse stato malinformato su di loro da elementi religiosi.
Perciò l’ufficio di Magdeburgo indisse un’assemblea valendosi del diritto, di cui godevano i cittadini tedeschi, di presentare una petizione. Con breve preavviso i testimoni di Geova di tutta la Germania furono invitati alle Wilmersdorfer Tennishallen di Berlino per il 25 giugno 1933. Erano previsti circa 5.000 presenti. Nonostante l’atmosfera ostile, più di 7.000 ebbero il coraggio di assistervi. I presenti adottarono una risoluzione, una “Dichiarazione” con cui protestavano contro le restrizioni imposte all’opera dei Testimoni. Veniva esposta con chiarezza la loro posizione e veniva negata l’accusa di legami sediziosi con cause politiche di qualsiasi specie. La “Dichiarazione” diceva:
“Siamo ingiustamente accusati davanti alle autorità governative . . . Noi chiediamo rispettosamente ai capi della nazione e al popolo di ascoltare con obiettività e senza preconcetti ciò che qui esponiamo”.
“Non abbiamo nulla contro alcuna persona né contro gli insegnanti religiosi, ma dobbiamo richiamare l’attenzione sul fatto che di solito sono quelli che asseriscono di rappresentare Dio e Cristo Gesù che si dimostrano in effetti nostri persecutori e che ci mettono in cattiva luce dinanzi ai governi”.

Coraggio o compromesso?
Alcuni adesso sostengono che l’assemblea e la “Dichiarazione” di Berlino del 1933 fossero tentativi compiuti da Testimoni preminenti per dimostrare di appoggiare il governo nazista e il suo odio per gli ebrei. Ma le loro asserzioni non sono vere. Sono basate su informazioni sbagliate e su travisamento dei fatti.
Per esempio gli oppositori sostengono che i Testimoni ornarono le Wilmersdorfer Tennishallen di bandiere con la svastica. Fotografie dell’assemblea del 1933 mostrano chiaramente che non esposero nessuna svastica dentro la sala. Testimoni oculari confermano che non c’erano bandiere all’interno.
È possibile, però, che ci fossero bandiere all’esterno dell’edificio. Un plotone d’assalto nazista aveva usato la sala il 21 giugno, il mercoledì prima dell’assemblea. Poi proprio il giorno prima dell’assemblea folle di giovani insieme a unità delle SS (Schutz-Staffeln, in origine guardie del corpo di Hitler in camicia nera), delle SA e altri celebrarono il solstizio d’estate nelle vicinanze. Perciò i Testimoni che arrivarono all’assemblea la domenica poterono trovarsi davanti un edificio ornato di bandiere con la svastica.
Se ci fossero state bandiere con la svastica esposte all’esterno, nei corridoi o anche all’interno della sala, i Testimoni le avrebbero lasciate dove erano. Tuttora, quando i testimoni di Geova affittano edifici pubblici per adunanze o assemblee, non rimuovono gli emblemi nazionali. Ma non c’è alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o abbiano fatto il saluto alla bandiera.
Gli oppositori affermano inoltre che i Testimoni iniziarono l’assemblea cantando l’inno nazionale. In realtà l’assemblea iniziò con il cantico 64, “La gloriosa speranza di Sion”, del libretto di cantici religiosi dei Testimoni. Le parole di questo cantico erano state adattate a un brano musicale composto da Franz Joseph Haydn nel 1797. Il cantico 64 era nel libretto dei cantici degli Studenti Biblici almeno dal 1905. Nel 1922 il governo tedesco adottò la melodia di Haydn con le parole di Hoffmann von Fallersleben come inno nazionale. Nondimeno in Germania gli Studenti Biblici ogni tanto cantavano ancora il loro cantico 64, come facevano gli Studenti Biblici in altri paesi.
Il fatto di cantare un cantico su Sion non poteva certo essere considerato un tentativo di placare i nazisti. Cedendo alla pressione di nazisti antisemiti, altre chiese eliminarono termini quali “Giuda”, “Geova” e “Sion” dai loro libri di inni religiosi e dalla liturgia. I testimoni di Geova no. Gli organizzatori del raduno quindi non si aspettavano certo di ingraziarsi il governo cantando un cantico che esaltava Sion. Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare “La gloriosa speranza di Sion”, visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell’inno nazionale.
“Dichiarazione”
A motivo del cambiamento di governo e dei disordini che travagliavano il paese, i Testimoni volevano esporre con chiarezza la loro posizione. Con la “Dichiarazione” i Testimoni smentirono recisamente le accuse di interessi finanziari o legami politici con gli ebrei. Infatti il documento affermava:
“Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli ebrei non hanno dato nemmeno un centesimo per la nostra opera”.
Avendo accennato alla situazione finanziaria, la “Dichiarazione” proseguiva denunciando le pratiche disoneste dell’alta finanza. Diceva: “Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell’alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni”.
Queste parole chiaramente non si riferivano agli ebrei in generale, e ci dispiace che siano state fraintese e considerate offensive. Qualcuno ha sostenuto che i testimoni di Geova condividevano i sentimenti di ostilità nei confronti degli ebrei comunemente espressi all’epoca nelle chiese tedesche. Questo è assolutamente falso. Nelle loro pubblicazioni e con la condotta tenuta durante il periodo nazista, i Testimoni rigettarono l’antisemitismo e condannarono il maltrattamento degli ebrei da parte dei nazisti. La benignità mostrata agli ebrei che subirono la stessa sorte nei campi di concentramento è una clamorosa smentita di questa falsa accusa.
La “Dichiarazione” definiva il carattere religioso dell’opera dei Testimoni, affermando: “La nostra organizzazione è a tutti gli effetti apolitica. Vogliamo soltanto insegnare la Parola di Geova Dio alla gente”.
La “Dichiarazione” inoltre ricordava al governo le sue stesse promesse. I Testimoni sostenevano certi ideali elevati, e questi erano affermati pubblicamente anche dal governo tedesco. Fra questi c’erano i valori della famiglia e la libertà religiosa.
A questo proposito la “Dichiarazione” aggiungeva: “Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che questi espongono, difendono e evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall’attuale governo nazionale, e mostrano che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia”.
Quindi i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista. Inoltre, nell’esercizio della libertà religiosa, non intendevano smettere la loro predicazione pubblica. — Matteo 24:14; 28:19, 20.
Secondo l’Annuario dei testimoni di Geova del 1975, alcuni Testimoni tedeschi rimasero delusi che il linguaggio della “Dichiarazione” non fosse più esplicito. Il responsabile della filiale, Paul Balzereit, aveva mitigato il testo del documento? No, perché confrontando il testo inglese e quello tedesco risulta che ciò non avvenne. Evidentemente un’impressione diversa era basata sulle osservazioni soggettive di alcuni non direttamente implicati nella preparazione della “Dichiarazione”. Forse le loro conclusioni sono state pure influenzate dal fatto che solo due anni più tardi Balzereit rinnegò la sua fede.
Adesso si sa che sabato 24 giugno 1933, proprio il giorno prima dell’assemblea di Berlino, i testimoni di Geova erano stati messi al bando in Germania. Gli organizzatori dell’assemblea e la polizia ne furono informati dopo qualche giorno. Dati il clima di tensione e l’evidente ostilità dei funzionari nazisti, è straordinario che si sia potuta tenere l’assemblea. Non è un’esagerazione dire che assistendo al raduno i 7.000 Testimoni rischiarono con coraggio la loro libertà.
Dopo l’assemblea i Testimoni distribuirono 2.100.000 copie della “Dichiarazione”. Alcuni furono arrestati immediatamente e inviati in campi di lavoro. Così il governo nazista rivelò pienamente la sua natura violenta, oppressiva, e ben presto lanciò un attacco a oltranza contro quel piccolo gruppo di cristiani.
La professoressa Christine King ha scritto: “I nazisti avrebbero imparato che la forza bruta non poteva sopprimere i Testimoni”. Proprio come diceva la “Dichiarazione”, “il potere di Geova Dio è supremo e non esiste alcuna potenza in grado di opporvisi con successo”.

Dalla rivista "Svegliatevi!" dell'8 luglio 1998 pp. 10-14.



Le interpretazioni date a quell'evento da alcuni che sono manifestamente incapaci di esaminare i fatti con il dovuto rigore storico non sono in alcun modo accettabili, e vanno respinte nella loro interezza.
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