Napolitano riceve papa Ratzinger: "Emigranti, solidaietà non razzismo"

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princepsoptimus
00domenica 5 ottobre 2008 06:50
ROMA - Giorgio Napolitano condivide il "costante e vigile richiamo" di Bendetto XVI "a principi di giustizia nella distribuzione della ricchezza e delle opportunità di sviluppo di fronte al premere delle disuguaglianze e della povertà, al persistere e al riprodursi, in tormentate regioni, di condizioni di guerra e di estrema sofferenza e umiliazione", parla di un allarme razzismo e ricorda il rapporto di "reciproco rispetto e feconda collaborazione" tra Italia e Santa Sede. Papa Benedetto XVI ringrazia dell'accoglienza al Colle, nella "casa degli italiani, popolo di valori cristiani" e ribadisce che Quirinale e Vaticano si rispettano e cooperano per il bene comune.

In occasione della visita al Quirinale del pontefice Benedetto XVI - la seconda in assoluto, la prima a Giorgio Napolitano - il Papa e il presidente della Repubblica, dopo un colloquio privato, hanno tenuto due discorsi: prima ha parlato il presidente Napolitano, poi il Pontefice. Ecco i punti principali.

Napolitano: Solidarietà a emigranti, no a razzismo. Il presidente della Repubblica ha accolto i richiami dello stesso Pontefice, dal "rispetto della dignità umana in tutte le sue forme e in tutti i luoghi". Ciò, ha detto, implica più che mai "la coscienza e la pratica della solidarietà, cui non possono restare estranee, anche dinanzi alle questioni più complesse, come quella delle migrazioni verso l'Europa, le responsabilità e le scelte dei governi". Questo, ha poi aggiunto, implica anche il "superamento del razzismo". A questo proposito, il presidente ha richiamato il recente discorso del Papa a Castel Gandolfo in cui è stato lanciato l'allarme per il riaffacciarsi "in diversi paesi di nuove manifestazioni preoccupanti".

Napolitano ha detto poi che "il senso della laicità dello Stato, quale si coglie nel dettato della nostra Costituzione, abbraccia il riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso, implica non solo rispetto della ricerca che muove l'universo dei credenti e ciascuno di essi, ma dialogo".

Ha ricordato poi "l'emergenza educativa", come l'ha definita lo stesso Papa, e la comune responsabilità per superarla. Occorre "una grande ripresa di tensione ideale e morale" anche per affrontare la grave crisi dello sviluppo mondiale, che per il capo dello Stato lascia intravedere "i guasti di una corrosiva caduta dell'etica nell'economia e nella politica".

Benedetto XVI: La Chiesa non prevarica, ma si aspetta libertà. "Non vi è ragione di temere una prevaricazione ai danni della libertà da parte della Chiesa e dei suoi membri i quali peraltro si attendono che venga loro riconosciuta la libertà di non tradire la propria coscienza illuminata dal Vangelo", ha detto il Papa. E ha aggiunto: ciò sarà "più agevole" ricordando che "tutte le componenti della società devono impegnarsi, con rispetto reciproco, a conseguire nella comunità quel vero bene dell'uomo di cui i cuori e le menti" degli italiani "nutriti da venti secoli di cultura impregnata di cristianesimo, sono ben consapevoli".

La questione romana, che ha opposto Italia e Santa Sede dopo l'unità d'Italia, per la Santa Sede è stata "composta in modo definitivo e irrevocabile con la firma dei Patti lateranensi", ha ribadito il Papa. "Il Quirinale e il Vaticano non sono colli che si ignorano o si fronteggiano astiosamente", ha detto, puntando poi l'accento sulla necessità di formare i giovani, in cui la Chiesa si sente coinvolta insieme con "famiglia e scuola", e ribadendo la necessità di prestare "particolare attenzione verso i poveri e gli emarginati, i giovani in cerca di occupazione e chi è senza lavoro, le famiglie e gli anziani che con fatica e impegno hanno costruito il nostro presente e meritano per questo la gratitudine di tutti".

Quella di oggi è stata la nona volta che un pontefice si è recato al Colle. Il primo fu Pio XII nel 1839 e al Quirinale c'era re Vittorio Emanuele III. A pochi mesi dall'elezione al soglio di Pietro, Joseph Ratzinger era già stato ricevuto al Quirinale: era il 24 giugno 2005 e in carica c'era ancora Carlo Azeglio Ciampi. Il primo incontro con Napolitano, invece, è avvenuto il 20 novembre del 2006 in Vaticano, visita che Papa Benedetto 'restituisce' ora in occasione della ricorrenza di San Francesco D'Assisi, patrono d'Italia.

Oltre al presidente della Repubblica, le maggiori cariche dello stato erano presenti a salutare il Pontefice: dai presidenti della Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a capo della delegazione italiana che ha incontrato quella vaticana. C'erano anche i presidenti emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro. Al termine della visita, molto cordiale, e dopo il tradizionale scambio di doni - la nuova pianta della Città del Vaticano incisa e stampata a mano e autografata da Papa Ratzinger per Napolitano e una scatola d'argento lavorata a mano che raffigura il portale del palazzo del Quirinale per papa Ratzinger - il pontefice si è congedato. Nel cortile del palazzo, in piedi accanto al presidente Napolitano, ha ricevuto gli onori militari e ascoltato gli inni pontificio e italiano. Ancora una stretta di mano con Napolitano, e il corteo papale ha lasciato il palazzo.

fonte: Repubblica.it
princepsoptimus
00domenica 5 ottobre 2008 06:55
Fini: "Pericolo razzismo e xenofobia"

ROMA - Il razzismo sia tra i temi della manifestazione del Partito democratico del 25 ottobre. E' quanto chiedono in una lettera aperta indirizzata al segretario Walter Veltroni alcuni intellettuali, politici e esponenti religiosi, dopo gli ultimi episodi di intolleranza e le aggressioni nei confronti di alcuni immigrati nel nostro Paese. E la risposta del leader del Pd non si è fatta attendere: "In Italia c'è un'atmosfera cupa e negativa alimentata da una destra populista e demagogica", dice veltroni nell'accettare la richiesta. Di razzismo ha parlato anche il presidente della Camera. Fini dal palco della festa del Partito della Libertà a Milano, ha rilanciato l'idea di costituire un osservatorio alla Camera per il razzismo. Appello a maggioranza ed opposizione: "Mi auguro che questa non sia l'ennesima legislatura sprecata sul tema delle riforme.

La lettera a Veltroni. "Caro Veltroni - si legge nella lettera -, la manifestazione del 25 ottobre promossa dal Partito democratico ha come slogan 'Salva l'Italia'. E' una parola d'ordine impegnativa accompagnata da una serie di temi che riguardano la vita dei cittadini, la qualità delle istituzioni, la solidità della convivenza civile".

"I fatti di queste settimane - si legge ancora nella lettera - confermano le preoccupazioni e l'allarme proprio attorno a queste questioni: nel giro di pochi giorni abbiamo visto moltiplicarsi gli episodi di intolleranza, di razzismo, di xenofobia. Abbiamo visto le aggressioni, gli insulti, i pestaggi a morte. Abbiamo visto persino la terribile strage di Castelvolturno, in cui la sanguinaria aggressività della criminalità organizzata e i drammatici problemi dell'immigrazione si sono mescolati in maniera esplosiva".

"Noi - scrivono i firmatari dell'appello a Veltroni -, crediamo che questa sia ormai esplicitamente una delle emergenze di questo paese e che per affrontarla serva una iniziativa civile, politica e culturale tanto più forte perchè dal governo non arrivano risposte ma spesso sottovalutazioni e silenzi". Questo, concludono, "ci spinge a dire che aderiamo alla manifestazione del 25 indicando questo tema della concreta lotta al razzismo e insieme della necessità di serie politiche per l'integrazione come una delle questioni centrali".

La lettera è firmata da Aldo Bonomi, Gad Lerner, Ferzan Ozpetek, Nando Dalla Chiesa, Mario Scialoja, Livia Turco, Moni Ovadia, Giuliano Amato, Marco Baliani, Marcella Lucidi, Cristina Comencini, Tullia Zevi, Piero Terracina, Luigina di Liegro e Amara Lakhous.

Veltroni. Walter Veltroni accoglie la richiesta. "Il pesante clima di intolleranza che si sta diffondendo nel Paese impone a tutti una profonda riflessione", afferma il segretario del Pd che aggiunge: "Si ripetono con allarmante frequenza episodi inaccettabili, aggressioni, violenze, discriminazioni. Tutto ciò è frutto di un'atmosfera cupa e negativa alimentata da una destra populista e demagogica che si è assunta la grave responsabilità di utilizzare e alimentare strumentalmente la paura degli italiani. Avverto - prosegue Veltroni - il rischio di una diffusione a macchia d'olio di rigurgiti razzisti e xenofobi, una prospettiva intollerabile per tutti quelli che hanno a cuore i valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale. Contribuire a salvare l'Italia da questo scenario è un dovere di cui il Partito democratico sente in pieno la responsabilità".

Fini. "Sarebbe sbagliato negare che esiste un pericolo razzismo e xenofobia", ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervistato da Paolo Mieli alla festa della Libertà di Milano. Parlando di alcuni casi di aggressioni a cittadini extracomunitari, Fini ha citato il caso della donna somala che ha denunciato di essere stata umiliata dalla polizia: "Lo ha denunciato due mesi e mezzo dopo e la polizia ha dichiarato che la querelerà. Per questo dico che è necessaria la cautela".

Il presidente della Camera, dopo aver ricordato l'idea di costituire un osservatorio alla Camera per il razzismo, ha sottolineato il ruolo della politica per combattere ogni possibilità di razzismo, ma ha respinto l'idea che una cultura di destra possa essere anche razzista. "Credo - ha spiegato - che si possa essere di destra, di sinistra e di centro. Ricordo però che uno dei tratti fondamentali della cultura occidentale degli ultimi 70 anni è quella del rispetto della persona umana perché senza quello non si può neppure parlare di cultura".

Fini ha anche ricordato che nel Pdl oltre a Fiamma Nirenstein, di religione ebraica, c'è anche una parlamentare marocchina: "Non abbiamo inserito queste persone come le figurine. Il nostro - ha aggiunto - è un partito che raggruppa un popolo e che ha come valore fondamentale la libertà ".

Il presidente della Camera ha quindi ribadito che è necessaria una politica dell'integrazione. "Ma non basta avere un lavoro e pagare le tasse - ha sottolineato -. La vera integrazione esiste quando si fanno propri i valori di fondo della società in cui si vive". Fini ha quindi precisato che la vera integrazione è rispetto reciproco: "Noi rispettiamo il credo e i valori di coloro che vengono a vivere da noi ma loro devono rispettare i nostri valori". Il presidente della Camera ha quindi invitato, ricordando l'intervento del Papa, a "tenere alta la guardia" perché il tema del razzismo "impegnerà la politica anche per i prossimi anni".

Riforme. Nel corso dell'intervista, il presidente della Camera ha affrontato anche il tema delle riforme. "Mi auguro che questa non sia l'ennesima legislatura sprecata su questo tema", ha detto Fini rivolgendo un appello a maggioranza ed opposizione ad andare avanti sulla strada del dialogo.

"Tutti sono d'accordo - ha aggiunto Fini- che alcune modifiche al sistema politico sono indispensabili e che ci sia bisogno di un confronto serio sull'assetto del sistema italiano". Fini ha poi spiegato che "il federalismo può essere un'occasione per questo dialogo" e ha aggiunto: "Purtroppo viviamo anche in una situazione un po' schizofrenica per cui se le forze politiche dialogano si dice che è una vergogna e un inciucio mentre se si scontrano si dice che è una vergogna perché non dialogano. Questo deve essere superato".

Se ne sono accorti solo ora...?
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