Ora l'Arcigay chiede il matrimonio

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-Giona-
00lunedì 14 maggio 2007 18:06
www.unita.it/view.asp?IDcontent=65897

Arcigay, Mancuso: «Ora il matrimonio»

Se finora si era «affidati alla ragionevolezza, avanzando una proposta civile come quella delle unioni civili», adesso la comunità gay ha deciso di fare un passo avanti chiedendo che lo Stato italiano permetta a persone dello stesso sesso di sposarsi. La «svolta» è stata sancita dalle prime parole di Aurelio Mancuso, nuovo presidente nazionale di Arcigay, eletto dal Congresso nazionale della maggiore associazione omosessuale italiana che si è svolto a Milano dall'11 al 13 maggio. «Oggi - ha detto Mancuso - dobbiamo avere il coraggio di percorrere la strada della giustizia, chiedendo che anche l'Italia rimuova il divieto per gay e lesbiche di sposarsi con la persona che amano, come già Canada, Olanda, Belgio, Spagna e Repubblica del Sud Africa». Mancuso, 44 anni, fino a ieri segretario nazionale di Arcigay, prende il posto di Sergio Lo Giudice, al quale il congresso ha riconosciuto, come già a Franco Grillini, il titolo di presidente onorario.

«Arcigay oggi intraprende un nuovo cammino che, tenendo conto della propria storia, intende valorizzare l'associazione come soggetto politico e sociale, rete sindacale autonoma, distante e distinta dai partiti» ha spiegato Mancuso. Il primo grande appuntamento sarà a Roma, il prossimo 16 giugno, per la manifestazione nazionale del gay pride a cui aderisce l'intero movimento italiano lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). L'assemblea congressuale ha anche eletto il nuovo segretario nazionale e il consiglio nazionale, cioè il parlamentino dell'organizzazione. L'associazione ha inoltre voluto rafforzare la propria autonomia politica stabilendo, per statuto, che presidente e segretario nazionali non possano ricoprire cariche pubbliche, partitiche o sindacali. Tra gli ordini del giorno approvati, anche quello che annuncia la richiesta di adesione a Libera, il network delle associazioni italiane che si battono contro la mafia. Ai lavori del congresso, che col titolo «Siamo famiglie: pari dignità, pari diritti» hanno preso parte circa 200 delegati, in rappresentanza di 180 mila iscritti.


Pubblicato il: 13.05.07
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