F.Delemme, 30/10/2007 23:21:
Gentile direttore come lei ha giustamente scritto, i TdG non partecipano a dibattiti dove la polemica oscura il vero interesse per il nostro culto. Ad ogni modo penso che scrivere una breve risposta alle accuse che ci vengono mosse, possa essere di aiuto per tutti coloro che, a causa della disinformazione continua, si sono fatti una idea errata della nostra religione.
(Per inciso questa lettera non l’ho fatta leggere a nessun anziano o sorvegliante come il signor Proietti ha abilmente cercato di far intendere).
"Innanzi tutto ho 20 anni, sono uno studente universitario (anche i TdG vanno all’università) e sono stato allevato in questa fede sin da piccolo. Secondo quanto detto dagli altri io dovrei essere un povero ragazzo sperduto, tutto solo, allontanato dal mondo, fermo sul davanzale della finestra, pronto a buttarmi giù. Beh, posso rincuorare tutti che non è cosi. Nella mia vita non ho mai festeggiato un compleanno o un Natale, ma questo non vuol dire che non abbia mai partecipato a una festa e non mi sia mai divertito. Ricordo che ci sono almeno altri 300 giorni l’anno in cui un bambino, figlio di testimoni può giocare e festeggiare con gli amici (anche di fede diversa) e ricevere regali. Spetta al genitore (non alla religione) saper sfruttare questi momenti per allevare figli felici. Inoltre non vedo perché demonizzare il fatto che vengano insegnati i principi biblici anche ai lattanti. È forse sbagliato insegnare a dei bambini l’importanza di non rubare, di non mentire, di non dire parolacce, di essere onesti e di rispettare le autorità (nel loro caso gli insegnanti)… perché con lo studio e le adunanze i miei genitori mi hanno insegnato proprio questo.
Sono state rivolte accuse anche su come trattiamo le donne. Io non sono ancora sposato, ma anche in questo caso posso portare l’esempio che sin dalla nascita ho visto in casa: i miei genitori. Sposati da 33 anni e testimoni da 32 i miei genitori hanno sempre insegnato col proprio esempio a me e ai miei fratelli come deve essere una vita familiare felice. La bibbia dice che “l’uomo è capo della donna”(1 Corinti 11:3-10), bisogna solo capire cosa si intende con ‘capo’. Mio padre ha dimostrato di essere un ottimo “capo” nel senso che si è sempre preso la responsabilità di provvedere ciò che era necessario per la famiglia sia in senso materiale che spirituale e morale. Non è mai stato un marito dispotico e non l’ho mai visto trattare mia madre con disprezzo. Anzi i TdG sono tra i pochi a prendere a cuore altri principi come Efesini 5:21-23 o 1 Pietro 3:7 che incitano il marito a trattare con rispetto la moglie attribuendole il giusto onore.
Ora non ho né il tempo né la voglia di demolire tutte le false accuse mosse dai signori in precedenza, ma suggerisco a tutti i lettori di fare una semplice cosa: osservare. Ci hanno dipinto come crudeli e meschini, persone che traggono il loro potere da Satana in persona, ma spesso il metodo con cui facciamo proseliti non è la predicazione quanto l’esempio. I signori, che hanno dimostrato di conoscerci così bene, hanno omesso di dire che in questa organizzazione ci sono molti organi:
- organi specifici per aiutare moralmente e, se necessario, materialmente coloro che hanno gravi problemi di salute;
- organi per aiutare i propri fedeli (e non) dove ci sono state calamità naturali o disastri, aiutandoli a ricostruire le proprie case e provvedendo loro i viveri e l’incoraggiamento necessari;
- organi per il recupero dei detenuti e drogati;
- personale qualificato per aiutare coloro che si sentono depressi, a causa della perdita di un familiare o di altri fattori gravi.
Ad ogni modo, tutte queste cose (che tra l’atro vengono fatte anche da altre religioni) non sono niente di fronte alla più grande regola che i testimoni di Geova hanno: amare Dio e il prossimo.
Dicono che noi rigettiamo i più deboli, ma questo non è affatto vero. Non avrebbe senso allora predicare e cercare di convincere le persone a studiare la bibbia, se poi rigettassimo tutti coloro che hanno dubbi o sono deboli spiritualmente. Una cosa è certa: se io andassi dall’altra parte del mondo e camminando incontrassi un testimone di Geova di cui non ne conosca neanche il nome, di quella persona mi fiderei ciecamente, sapendo che egli avrebbe gli stessi ottimi princìpi che sono stati insegnati a me, a sarei disposto a dargli di tutto, sapendo che il sentimento verrebbe contraccambiato.
Quanti di voi possono dire lo stesso?
Quindi capisco il detto “predicare bene e razzolare male”, ma non ho proprio mai sentito “predicare male per poi razzolare bene”.
Risposta del direttore del quotidiano:
Carissimo M., la tua lettera mi è piaciuta molto. Sincera, sentita e 'reale', concreta. Parla di vita realmente vissuta e mi trova perfettamente d'accordo, perché lei è il ritratto dei Tdg che conosco io e che so essere delle ottime persone, normalissime, solo con abitudini diverse. Le accuse che sento montare spesso per la scelta fatta dai TdG, oltre ad essere 'condite' di ignoranza e preconcetti, mi ricordano tanto le accuse con le quali venivano perseguitate le comunità ebraiche nei secoli passati: macellazione rituale, plagio, proibizioni varie, allontanamento dai cristiani...certe cose non cambiano mai, purtroppo. Grazie per il suo contributo a questa discussione.