Felice Bisleri nacque a Gerolanuova oggi frazione del comune di Pompiano (Brescia) il 30 nov. 1851, da genitori che esercitavano un piccolo commercio. Passata la fanciullezza a Milano, nel 1866, con lo scoppio della terza guerra di indipendenza, all'età di soli 15 anni, fuggì di casa per arruolarsi nel Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi impegnato nell'invasione del Trentino.
Fu decorato della
medaglia d'argento al Valor Militare per essersi distinto nella battaglia di Bezzecca del 21 luglio 1866, dove continuò a combattere pur essendo ferito.
Tornato a Milano, entrò come commesso nella bottega di cappellaio del fratello Luigi,che lasciò poco dopo. Finito il servizio militare di leva, tentò più mestieri, divenendo infine piazzista di caffè. Sposatosi, prese in affitto una piccola bottega in via Savona 16, dove attrezzò un modesto laboratorio chimico, deciso a dedicarsi all'industria chimica farmaceutica. Progettò la preparazione di un ricostituente, e, pur essendo digiuno di chimica, riuscì, con l'aiuto di alcuni libri e di molta tenacia, a preparare una miscela stabile di china e di ferro: il "
ferro-china Bisleri" (1880).
Nel 1881 venne fondata la Società Anonima Felice Bisleri e C. con sede nello stabile di via Savona 16, dove cominciò la produzione semi-industriale del suo liquore, lanciandolo con dovizia e originalità di mezzi pubblicitari.
Dalle notizie storiche individuate, si desume che i locali dello stabilimento, attorno ai cortili interni, erano adibiti alla fabbricazione della nota "Ferro China Bisleri".
In origine, l'accesso alla fabbrica avveniva solo da via Savona; si può quindi pensare ad un ampliamento del sito nel corso degli anni, grazie al successo del celebre ricostituente, sino a coprire la superficie attuale: dai documenti storici, si rileva, infatti, l'acquisto di uno spazio di circa 2000 mq da adibirsi a laboratori.
Nel 1894 il Bisleri concordò l'acquisto dal dottor Maggiorani, medico della regina Margherita, per 900.000 lire, dell'acqua minerale della fonte Angelica di Nocera Umbra, immettendola in commercio con una grande pubblicità e con distribuzioni gratuite in ospedali e in località sprovviste di acqua potabile. Nel campo delle sorgenti di acque minerali è da ricordare la sua attività a favore di Montecatini e di San Pellegrino.
L'attività della
Società Bisleri era molto conosciuta e sul territorio nazionale interessava vaste aree: lo stabilimento di Nocera Umbra, capace di raccogliere 5.000.000 di litri d'acqua ed i numerosi depositi in Puglia. Nonostante i problemi d'approvvigionamento l'attività della Bisleri riuscì a fornire acqua pura prelevata dalle sorgenti di Nocera Umbra alle popolazioni della Puglia. I depositi di Foggia, Bari, Molfetta, Trani e Lecce erano i terminali per la distribuzione al pubblico d'acque salubri, utili per arrestare lo sviluppo di malattie infettive.
Ottenuta l'affermazione della "Nocera Umbra", il Bisleri si dedicò a un terzo prodotto.
Acquistata da un farmacista maremmano una ricetta di pillole risultanti dall'associazione di farmaci noti, quali il chinino, l'arsenico e il ferro, migliorò il preparato, cui dette il nome di "
esanofele" per sottolineare l'azione antianofelica, e chiese al malariologo G. Bisleri Grassi di sperimentarlo (1899).
Il farmaco dette buoni risultati come vaccino per la malaria e si diffuse anche all'estero, talché l'attività del Bisleri poté a buon diritto inserirsi nella lotta antianofelica allora in pieno svolgimento.
Ciò gli procurò, oltre alla fama e alla ricchezza, il riconoscimento nazionale in parlamento dal prof. Baccelli, ministro e medico illustre del tempo.
In tale occasione il Bisleri organizzò non solo ricerche sperimentali, ma promosse anche la raccolta della letteratura scientifica sulla malaria e curò la stampa e la diffusione, sempre a sue spese, di vari volumi sull'argomento, con passione che prescindeva da ogni immediato successo industriale.
Connesso col problema della malaria era quello della bonifica delle terre malsane, che avrebbe anche portato il recupero di migliaia di ettari di terreno coltivabile. Nel volume Idee il Bisleri raccolse i suoi piani in proposito, offrendo allo Stato o alle banche che s'impegnassero a favorire l'inizio dell'impresa l'appoggio della sua esperienza e del suo denaro. Ma i tempi non erano ancora maturi e, per di più, il progetto fu reso
inattuabile dallo scoppio della prima guerra mondiale.
Iniziato il conflitto, il Bisleri fece sorgere e mantenne a sue spese per quattro anni, a Corsico, un
ospedale sussidiario militare con 120 letti, dove lavorarono come crocerossine le sue due figlie. Per le sue attività industriali fu nominato cavaliere del lavoro.
Nella notte tra il 16 e il 17 settembre 1921, morì a San Pellegrino, dove si trovava in cura.
La sua morte fu annunciata sui quotidiani italiani nazionali ed internazionali, così lo ricorda il Corriere della Sera:
"... egli aveva la tempra, lo spirito d’iniziativa e la passione del lavoro propri del bresciano, e giunto a Milano 1880, senza risorse, aveva saputo crearsi una posizione commerciale di prim’ordine, fondando e consolidando poi con geniali trovate di reclame una industria tutta speciale".
Industriale di vedute geniali, il Bisleri è soprattutto da ricordare per avere tra i primi, non solo in Italia, ma anche nel mondo, ad aver capito e fatto uso senza economia di una intelligente pubblicità.
Il leone fu il simbolo di forza del Ferrochina, la leonessa, simbolo di salute, compare ancora sulle bottiglie dell’acqua "Angelica": "
volete digerir bene? A tavola bevete l’acqua di Nocera", era lo slogan
Aperto a tutti i mezzi moderni di propaganda e di divulgazione, fondò nel 1892 la
Rivista medica, mensile che inviava gratuitamente a migliaia di sanitari, e
Il Corriere dei due mondi; contribuì inoltre alla fondazione del periodico Vita internazionale.
Fu anche autore di un Progetto sulla tassa di fabbricazione degli alcool e proposte di tassa di licenza sulle minute vendite (Milano 1888), in cui si opponeva ad un troppo severo regime fiscale sugli alcoli, dannoso specialmente per le piccole industrie.
Dopo la sua morte, alcune città, tra cui Roma, Milano e Nocera Umbra, hanno intitolato vie e luoghi pubblici in sua memoria. Suo nipote fu il pilota dell'areonautica Franco Bordoni Bisleri.
A Corsico, invece, oggi non ci sono memorie visibili.
Bibliografia.:
Ad memoriam, Milano s.d. (ma 1921);
Bisleri Caloro,I primi della classe, in Il Candido, 31 ag. 1952;
Artefici del lavoro italiano, a cura dell'Istituto di Arti e Mestieri "F. D. Roosevelt", Roma 1956, pp. 97 s.
www.treccani.it/enciclopedia/felice-bisleri_(
www.comune.milano.it/sit2006/miportiweb/docs/lyr_docs/archeo_s...
www.ilcanocchiale.it