Veronesi: abbreviare i tempi per l'aborto

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-Giona-
00mercoledì 14 marzo 2007 09:34
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/14/verone...

Dopo i casi dei bambini rianimati a Firenze e Roma
Veronesi: aborto terapeutico, tempi minori
Il professore: la legge fissi un limite massimo alla ventiduesima settimana

MILANO — Due settimane in meno per l'aborto terapeutico e reintroduzione della diagnosi preimpianto per quelle coppie che già sanno di avere figli con malattie ereditarie, come la talassemia. In sintesi è questa la proposta di modifica della legge 194, quella che ha introdotto l'interruzione di gravidanza in Italia, avanzata da Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo), ex ministro della Sanità, scienziato di fama internazionale. Spiega: «Penso che sia ragionevole fissare come limite massimo per il cosiddetto aborto terapeutico la ventiduesima settimana di gravidanza, invece della ventiquattresima, soglia definita attualmente dall'abituale pratica clinica. Ed è auspicabile che la legge 194 si esprima in questo senso con correzioni ad hoc».

IL DIBATTITO — Veronesi riaccende così il dibattito innescato dal caso del bimbo sopravvissuto a un aborto terapeutico praticato all'ospedale Careggi di Firenze e poi morto nonostante gli sforzi dei medici per tenerlo in vita. «Nel caso in questione — sottolinea — c'è stato un errore diagnostico. Non si capisce come possa essere successo, anche se, da che mondo è mondo, gli errori si verificano purtroppo anche in medicina. Penso comunque che nel praticare l'aborto dopo la ventiduesima settimana di gestazione qualche rischio ci sia. Il bimbo, infatti, può sopravvivere e c'è l'obbligo medico di rianimarlo nonostante l'altissima probabilità di malformazioni permanenti».
Veronesi ha parlato del caso Careggi durante una pausa della presentazione, a Milano, del libro sugli Ogm: «Che cosa sono gli organismi geneticamente modificati. Dagli alimenti transgenici alle staminali: le ricerche scientifiche a favore della vita», edito da Sperling Kupfer e firmato da Veronesi insieme alla genetista dell'università degli Studi milanese, Chiara Tonelli. Tornando alla 194, Veronesi aggiunge: «Come sempre la legge detta le linee generali di comportamento. All'interno di ogni struttura sanitaria ci si regola poi al meglio, ma ritengo possibile che la 194 si esprima fissando un limite troppo preciso. Così come accaduto con la legge 40 sulla fecondazione assistita. Troppi paletti. Per esempio, quello alla diagnosi preimpianto».
Entrando nel merito? «Attualmente — risponde lo scienziato — l'articolo 4 della legge 40 riserva il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita solo a i casi di sterilità e infertilità. E con ciò esclude le possibilità di ricorso per le coppie che sono fertili, ma che, essendo portatrici (uno o entrambi i partner) di malattie genetiche, potrebbero trovare nella procreazione assistita la speranza di mettere al mondo un figlio sano tramite la diagnosi preimpianto».

EUGENETICA — Con la diagnosi preimpianto si prelevano dalla donna (dopo stimolazione ormonale) un certo numero di uova mature, che vengono poste in provetta e fecondate con il seme del partner: ottenuti gli embrioni ai primissimi stadi se ne fa l'analisi genetica che permette di individuare quelli che non presentano la malattia. Gli embrioni selezionati, senza l'alterazione genetica, vengono poi introdotti nell'utero. «E' un avanzamento scientifico e civile», sottolinea Veronesi.
Ma la Chiesa condanna l'eugenetismo. E la stessa legge 40 sbarra la strada alla diagnosi preimpianto anche con l'articolo 13, in cui si dice che «è fatto divieto di ogni forma di selezione degli embrioni a scopo eugenetico». Replica Veronesi: «I genetisti non sono interessati all'eugenetica: vogliono permettere a una coppia, minacciata da una malattia genetica nella loro discendenza, di poter avere un figlio sano. Non mi sembra eugenetismo evitare una malattia che è una condanna a morte ed evitare un aborto alla madre, che è devastante sempre e comunque».
Mario Pappagallo
14 marzo 2007
(Upuaut)
00mercoledì 14 marzo 2007 20:25
Modifiche condivisibili... E fatte con competenza.

[Modificato da (Upuaut) 14/03/2007 20.26]

Riccardo.cuordileone
00mercoledì 14 marzo 2007 21:11
Scusate l'ignoranza in merito, ma recentemente ho letto che l'aborto in Italia è permesso solo in caso di complicazioni sanitarie per il bambino o per la madre, eppure io conosco persone che hanno abortito semplicemente perchè non volevano un figlio.

Quindi in conclusione volevo chiedervi: è vero quello che ho letto ma come al solito in Italia non si rispettano le leggi, oppure era una boiata?
Lux-86
00mercoledì 14 marzo 2007 21:37
a quel che mi risulta l'aborto è libero, però prima dei fare dei consulti.
-Giona-
00giovedì 15 marzo 2007 09:18
Re:

Scritto da: Lux-86 14/03/2007 21.37
a quel che mi risulta l'aborto è libero, però prima dei fare dei consulti.


No, no: l'aborto, a rigor di legge, sarebbe permesso solo in caso di "pericolo per la salute fisica e psichica della donna", per valutare il quale si fa un colloquio in consultorio. Ma in quel termine "psichica" si fa rientrare di tutto, persino i problemi economici! E tanti medici menefreghisti che lavorano nei consultori, quando sentono che la donna semplicemente non vuole il bambino, firmano l'autorizzazione senza investigare la situazione a fondo.
Riccardo.cuordileone
00giovedì 15 marzo 2007 21:25
Che schifo, perchè l'aborto ufficialmente non è libero e perchè non si rispettano mai le leggi.
Lux-86
00giovedì 15 marzo 2007 21:35
Re: Re:

Scritto da: -Giona- 15/03/2007 9.18

No, no: l'aborto, a rigor di legge, sarebbe permesso solo in caso di "pericolo per la salute fisica e psichica della donna", per valutare il quale si fa un colloquio in consultorio. Ma in quel termine "psichica" si fa rientrare di tutto, persino i problemi economici! E tanti medici menefreghisti che lavorano nei consultori, quando sentono che la donna semplicemente non vuole il bambino, firmano l'autorizzazione senza investigare la situazione a fondo.



[SM=x751534]
Non lo sapevo, pazzesco come le leggi vengano distorte.
(Upuaut)
00sabato 17 marzo 2007 22:21

L'aborto libero è e deve essere un DIRITTO, naturalmente, e in Italia per fortuna LO E'!

Infatti Giona si "dimentica" di dire che la legge italiana prevede che fino al terzo mese la donna può fare INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA, ovvero può decidere di abortire anche SENZA "pericolo per la salute fisica e psichica della donna", e giustamente, direi!



[Modificato da (Upuaut) 18/03/2007 1.08]

Granduca di Milano
00domenica 18 marzo 2007 09:22
Sono d'accordo per l'aborto in casi particolari, non come viene usato adesso cioè come contraccettivo.
Con tutti i metodi che ci sono per non rimanere incinte i casi sono due o le persone sono degli ignoranti patentati o se ne fregano, tanto chi subisce il trauma dell'aborto è la donna, brave furbe. [SM=x751531]
(Upuaut)
00domenica 18 marzo 2007 15:27
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 18/03/2007 9.22
Sono d'accordo per l'aborto in casi particolari, non come viene usato adesso cioè come contraccettivo.
Con tutti i metodi che ci sono per non rimanere incinte i casi sono due o le persone sono degli ignoranti patentati o se ne fregano, tanto chi subisce il trauma dell'aborto è la donna, brave furbe. [SM=x751531]



La colpa di questo, evidentemente, è di chi dice che usare il profilattico è peccato mortale...
Malduin
00domenica 18 marzo 2007 18:41
siamo in italia.
La legge dice che si può soltanto a fronte di seri motivi fisici, psichici, sociologici bla bla bla...(che corrisponde nella pratica a qualsiasi motivo).

Personalmente ritengo che del "peccato mortale" (che comunque non è il "preservativo", è la lussuria!!) quando si parla di aborto è meglio lasciar stare, non voglio far morale, ma davanti alla mia coscienza prima che un "peccato" l'aborto ora come ora è un crimine, un omicidio di stato. Deve essere fermato.

Riguardo le dichiarazioni di Veronesi.
Mi pare che il limite fosse stato fissato a 3 mesi (trascurando le false motivazioni ideologiche) perchè tre mesi nel 1970-80 era il tempo minimo per poter praticare un aborto in totale sicurezza, con le tecniche di quegli anni. Oggi si dispone di conoscenze e tecniche ben differenti ergo modifiche in questo senso possono essere comprensibili a tutti...spero. bah
Riccardo.cuordileone
00lunedì 19 marzo 2007 18:53
Re:

Scritto da: (Upuaut) 18/03/2007 15.27
La colpa di questo, evidentemente, è di chi dice che usare il profilattico è peccato mortale...


Questo non l'ha mai detto nessuno. La Chiesa non si è mai espressa ne a favore ne contro il preservativo.
-Giona-
00giovedì 22 marzo 2007 23:00
Re:

Scritto da: (Upuaut) 17/03/2007 22.21

L'aborto libero è e deve essere un DIRITTO, naturalmente, e in Italia per fortuna LO E'!

Infatti Giona si "dimentica" di dire che la legge italiana prevede che fino al terzo mese la donna può fare INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA, ovvero può decidere di abortire anche SENZA "pericolo per la salute fisica e psichica della donna", e giustamente, direi!



[Modificato da (Upuaut) 18/03/2007 1.08]



Eh no, mio caro Upuaut! Sei tu a non essere informato!
Queste sono le parole della legge:

Per l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico istituito ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della legge 29 luglio 1975 numero 405 , o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia.

(...)

L'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Fonte: www.mpv.org/a_93_IT_279_2.html
(Upuaut)
00sabato 7 aprile 2007 12:13
Re: Re:
Sei tu che leggi solo ciò che ti fa comodo. Rileggiti le parti sottolineate:

Scritto da: -Giona- 22/03/2007 23.00

Per l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico istituito ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della legge 29 luglio 1975 numero 405 , o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia.

(...)

L'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Fonte: www.mpv.org/a_93_IT_279_2.html

Vota DC
00lunedì 9 aprile 2007 16:31
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 18/03/2007 9.22
Sono d'accordo per l'aborto in casi particolari, non come viene usato adesso cioè come contraccettivo.
Con tutti i metodi che ci sono per non rimanere incinte i casi sono due o le persone sono degli ignoranti patentati o se ne fregano, tanto chi subisce il trauma dell'aborto è la donna, brave furbe. [SM=x751531]



Il problema è alla fine è una legge fatta per i maschi:l'energumeno che "convince" moglie o convivente ad abortire.
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