Villa d' Este (Tivoli)

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ti61no
00domenica 29 luglio 2007 14:22

La villa d'Este di Tivoli è un capolavoro del Rinascimento italiano e figura nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

La storia.....

La villa fu voluta dal cardinale Ippolito II d'Este,
figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia (Ferrara 1509 - Tivoli 1572). La storia della Villa si intriga con le vicende del cardinale: per l'essenziale contributo dato dal cardinale d'Este alla propria elezione, nel 1550, Papa Giulio III del Monte volle ringraziarlo nominandolo governatore a vita di Tivoli e del suo territorio. Il cardinale arrivò a Tivoli il 9 settembre e vi fece un'entrata trionfale, scoprendo però che la residenza del governatore era un vecchio e scomodo convento benedettino, ora tenuto dai francescani, parzialmente riadattato.

Ippolito era abituato a ben altro, nella sua Ferrara, ma l'aria di Tivoli gli giovava e inoltre, grande cultore di antichità romane, era molto interessato ai reperti che abbondavano nella zona. Sicché decise di trasformare il convento in una villa. La villa sarebbe dovuta essere la gemella del grandioso palazzo che stava contemporaneamente facendo costruire a Roma, a Monte Giordano; così come il palazzo romano doveva servire ai ricevimenti per rinsaldare le amicizie dell'Urbe, così Tivoli doveva fungere da piacevole luogo d'incontri e colloqui più lunghi e meditati.Non a caso il luogo in cui sorse la villa aveva il nome di "Valle Gaudente".

I lavori della Villa furono affidati all'architetto Pirro Ligorio affiancato da un numero impressionante di asrtisti ed artigiani. La realizzazione della villa seguì però le vicissitudini curiali del cardinale governatore, destituito nel 1555 dal papa Paolo IV Carafa, poi ripristinato nella carica da papa Pio IV nel 1560, poi danneggiato nelle prebende dai pessimi rapporti di papa Pio V con i francesi, che erano da sempre i suoi grandi alleati.
Si dovettero inoltre acquisire i terreni necessari da ben due chiese appartenenti a ordini diversi, operazioni che durarono fino al 1566, e convogliare le acque dell'Aniene con nuovi cunicoli che provenivano dalle cascate.
Anche i materiali da costruzione creavano problemi: il permesso, ottenuto dal Senato di Roma, di utilizzare il rivestimento di travertino della tomba di Cecilia Metella per i lavori di costruzione della villa, venne successivamente revocato (non prima di aver asportato tutto il rivestimento della fascia inferiore del monumento, lasciandolo come oggi si presenta).

Il cardinale ebbe appena il tempo di godersi la solenne inaugurazione della villa avvenuta nel settembre del 1572, con la visita del papa Gregorio XIII, e poi morì, a novembre dello stsso anno.

I primi proprietari della villa, furono tre cardinali d'Este governatori di Tivoli: il fondatore, Ippolito II, Luigi fino al 1586 e infine Alessandro, fino al 1624.
Quest'ultimo riuscì a mantenerne la proprietà diretta alla casa d'Este anche per quando, in futuro, la famiglia non fosse stata più presente nel collegio cardinalizio, e realizzò manutenzioni e innovazioni decorative, tra le quali è degno di nota l'apporto di Gian Lorenzo Bernini.
Successivamente la villa e i suoi impianti, passati agli Asburgo, furono lasciati deperire e le collezioni antiquarie furono disperse, fino a quando un Hohenlohe,



a metà '800, se ne innamora, la ripristina e per il resto del secolo la pone di nuovo al centro di intense attività artistico-mondane; uno dei frequentatori affezionati fu, all'epoca, Franz Liszt che alla villa si ispirò per alcuni brani delle Années de Pèlerinage (Troisième année: Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie I – Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie II – Les jeux d'eaux à la Villa d'Este).

Nel 1918, dopo la prima guerra mondiale la villa passò allo Stato Italiano che diede inizio ad importanti lavori di restauro, ripristinandola integralmente ed aprendola al pubblico.

Un'altra serie di restauri fu invece eseguita nel dopoguerra per riparare i danni fatti da alcune bombe cadute sul complesso durante l'ultimo conflitto mondiale.

Lo splendido giardino, opera mirabile frutto del genio di Pirro Ligorio, si estende a partire dalla facciata posteriore della villa, rispetto all'ingresso attuale del palazzo, ed è articolato fra terrazze e pendii, con un asse longitudinale centrale e cinque assi trasversali principali, collegando e raccordando con maestria le diverse pendenze del giardino, utilizzando uno schema architettonico tipico delle città romane. L'ingresso originario, era però più suggestivamente posto sull'antica via del colle, vicino alla chiesa di San Pietro, il cui abside spalleggia un lato del giardino, dando molta più maestosità e suggestione al complesso, da parte del visitatore. L'originale disegno, in aggiunta allo splendido paesaggio di cui si può godere dai vari piani del giardino, le fontane con i loro splendidi giochi d'acqua, lussureggianti alberi e piante di varie specie rendevano il giardino di Villa d'Este, uno dei più belli e famosi esistenti, tale da esser modello per la realizzazione di molti successivi.

Tutto ciò costò al Ligorio un lavoro lungo e molto impegnativo: sfrutto la vecchie mura urbane come contrafforti per la realizzazione del terrapieno, e risolse il problema dell'approvvigionamento delle grandi abbondanza d'acqua che occorrevano per far funzionare tutte le fontane che aveva progettato di costruire, calcolandone le quantità precise. Per questo motivo costruì un sistema di tubazioni e una galleria lunga circa seicento metri, sotto la città di Tivoli, che adduceva l'acqua direttamente dall'Aniene fino ad una vasca: la portata era di ben 300 litri al secondo. Tutte le fontane erano poi alimentate senza uso di alcun congegno meccanico, ma soltanto sfruttando la pressione naturale e il principio dei vasi comunicanti.

Il risultato è solo in parte visibile ai giorni nostri, e i numeri sono sorprendenti: 35.000 mq complessivi di giardini, 250 zampilli, 60 polle d’acqua, 255 cascate, 100 vasche, 50 fontane, 20 esedre e terrazze, 300 paratoie, 30.000 piante a rotazione stagionale, 150 piante secolari ad alto fusto, 15.000 piante ed alberi ornamentali perenni, 9.000 mq di viali, vialetti e rampe.

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Il viale delle Cento Fontane---Fontana dei Draghi






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