I minuti passavano lenti mentre la corda si srotolava, centimetro dopo centimetro e si immergeva nello stretto passaggio.
Una fune, due funi, tre funi scomparvero nel buio del cunicolo.
*Per i Valar, ma quanto è profondo?*
pensò con preoccupazione Meneldir.
Il silenzio si era fatto opprimente, quasi fisico, mentre i tre uomini tenevano la fune, dandosi frequentemente il cambio. Nessuno osava parlare e tutti potevano udire i rumori che rimbombavano intorno a loro, quasi assordanti nel profondo silenzio che li avvolgeva: i loro respiri, la corda che scivolava e le gocce d'acqua che formavano il sottile rigagnolo che penetrava nel passaggio.
Finalmente la fune si arrestò con un violento strattone.
Qualche secondo di attesa e poi un'altra pressione, prima di fermarsi del tutto.
Nonostante il freddo, i tre sudavano per lo sforzo.
Eoden aveva visto sparire lentamente dietro di lui la tenue luce del ghiacciaio che filtrava dall'apertura, ed ormai l'oscurità intorno a lui era penetrata solo dalla piccola lanterna che portava con lui.
La discesa era lunga e laboriosa: gli scarponi bien pantati sulla superfice obliqua, un piccolo passetto dietro l'altro, la mano destra che stringeva la fune, la sinistra che si aiutava con la piccozza.
Fu proprio quest'ultima che evitò il disastro.
L'esploratore mise un piede in fallo: un'apertura si spalancò improvvisa sotto di lui ed Eoden rischiò di perdere completamente la presa sul terreno. Si aggrappò spasmodicamente alla fune e piantò fulmineo la piccozza sulla parete del passaggio, il piede destro che ciondolava senza presa ed il sinistro che raschiava nello sforzo di issarsi di nuovo in alto.
Un sasso cadde.
Un tonfo nell'acqua, un rumore assordante che echeggiava nel silenzio.
Una volta recuperata la posizione sicura, si sporse lungo il bordo del passaggio, cercando di distinguere qualcosa nel buio assoluto che circondava la luce della lanterna, che ora gli sembrava piccola e tenue.
Gli sembrava di vedere l'increspatura dell'acqua sotto di lui.
La luce riusciva ad illuminare solo un muro di roccia, che formava il soffitto di un ambiente del quale non distingueva i contorni.
Nulla da fare. Per quanto si sforzasse, gli occhi non riuscivano a vedere le pareti dell'ampia caverna che lo circondava...
[Modificato da Valandur 06/10/2008 16:39]