Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

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Staffetta - Originali [il Cielo]

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2010 13:31
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27/11/2009 23:54

OOh, la storia! Ragazzi, perdono. Non ho ancora scritto nemmeno il commento di Jean (o meglio RI scritto). Fare tre lavori mi lascia meno tempo a questioni complesse come scrivere una critica coerente. Proverò domani mattina. Se non riesco, cerco di mettermi in pari settimana prossima (intanto, Charis... mannò. Non dico nulla. Mmuahahaha)

Bello le eclissi!
[Modificato da Cielo Amaranto 27/11/2009 23:57]
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Città: MONZA
Età: 42
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28/11/2009 00:19

Ok. Il mio senso di colpa ha smosso la mia coscienza. Ecco il primo commento, quello alla storia di Jean.
L’altro, quello perduto, era più lungo e più dettagliato… ma forse anche un po' ridondante. In ogni caso coprirò lo stesso tutti i punti che mi stanno a cuore, anche se sarò più sintetica.

Commento a 2013

Vaga, vaghissima… questa è la definizione che per prima mi è venuta in mente per questa storia.
Era rischioso tentare il genere apocalittico, tanto utilizzato in libri e film, ma l’esperimento è ben riuscito.
Bella la scelta di una catastrofe statica, con questa sensazione, come diceva qualcuno, di "gelo cosmico", di attesa, di ineluttabilità dell'indeterminato. Al cinema vanno le catastrofi spettacolari con fughe e inondazioni, ma il genere alla "the stand" o "io sono leggenda", dove c'è silenzio dopo la fine del mondo, è quello che secondo me rende meglio. E tu ti sei inserita nel filone in modo egregio.
Lo stile è scorrevole, accompagna bene il lettore nelle sensazioni dei personaggi, che alla fine sono le vere protagoniste. Le immagini evocate da queste frasi brevi, lapidarie, creano perfettamente la sensazione opprimente di una fine che non lascia scampo. Il dio che batte le ciglia una volta di troppo è l'immagine che ho preferito, mi ha lasciata piacevolmente inquietata.
E’ una storia pervasa d’incertezza, prima grande protagonista. Il lettore si chiede cos’è successo, continua a leggere curioso, spera di capire cos’è successo ma non resta deluso dalla vaghezza del finale, perché è in tono con il resto del racconto e in fin dei conti un finale più preciso, una volontà di spiegare a tutti i costi, avrebbe rovinato la magia dell’atmosfera evocata. Si respira l’atmosfera inquietante di disorientamento dei personaggi (bella la trovata dell’iniziale uguale per i sopravvissuti. Lo prenderò come un capriccio del Creatore). Nemmeno le stelle sono più una certezza, in realtà. Certo, si vedono meglio, ma si percepiscono come una minaccia, come qualcosa di distante e alieno alla tragedia. Una sensazione di freddo che ho percepito e apprezzato.
Il senso di perdita è un altro protagonista. La perdita delle storie sintetizza benissimo, almeno per me, il significato di fine del mondo. Ha senso raccontare le storie di un mondo finito? Questa domanda mi ha ricordato il diario di Fran in The Stand, con le cose da ricordare. Cose che non ci saranno mai più, ma che comunque si ha l’urgenza di raccontare a chi non potrà mai vederle. L’umano desiderio di scrivere, di narrare, questa piccola inutile speranza, mette angoscia oltre che tenerezza.

Quello che ho preferito sono certamente le immagini, talmente evocative da essere quasi cinematografiche, e le sensazioni che sei riuscita a evocare. Complimenti davvero, era una sfida difficile cimentarsi con un genere così specifico!
[Modificato da Cielo Amaranto 28/11/2009 00:23]
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28/11/2009 10:24

CaVa, mi mando in solluccheVO. ^_^
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10/12/2009 14:00

Ricapitolando


A me, primo banditore, manca da recensire la storia di Charis. Ho recensito quella di Jean.

A Jean, secondo banditore, manca da recensire la storia di Charis.

Chiunque è libero di recensire le storie già presenti nel set.

Chiunque è libero di prendere il testimone. Il terzo tema, dato da Charis, è ECLISSI.
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22/12/2009 19:36

Su forza! XD
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17/03/2010 20:44

Salve... è un po' che non passo per di qua (magari nessuno si ricorda di me :( ) ed è anche un po' che non riesco a metter giù una riga decente, però adesso ho una mezza idea per questa staffettina, è ancora valida?
Posso prendere il testimone?
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18/03/2010 15:01

Certo! Se dai la conferma hai un mese dalla data del tuo post!
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18/03/2010 15:08

dai! Confermo :)
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18/03/2010 16:33

Non mi dite che forse risuciamo a finire il claim!!!!!!!!
(io devo ancora recensire -e pubbblicare- Charis. Mi ci metto questo weekend, giuro!)
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19/03/2010 22:43

ma devo aspettare il mese per postarla? Se fossi pronta già per la settimana prox? ^___^'
Domanda: le recensioni per le altre è meglio se le posto qua o su LJ?
[Modificato da daeran 19/03/2010 22:47]
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20/03/2010 11:13

Daeran, tu hai un mese di tempo. Ma se ce l'hai pronta puoi pure postarla domani, non è un problema!XD
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21/03/2010 11:24

Evvai!!
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22/03/2010 23:33

Ok Eccomi... Non chiedetemi da dove sia uscita questa cosa XD

STREGA!


Condannata a morte per stregoneria, questo è il verdetto!
Possa il fuoco purificare la tua anima empia, corrotta dal peccato e possa Dio perdonare la nostra cecità di fronte a tale abominio, poiché tu, con la tua degenerata avvenenza, hai ingannato le nostre coscienze ed i nostri cuori puri.


La voce del Vescovo rimbomba chiara e limpida nelle mie orecchie, mentre i miei amati concittadini accatastano la legna e la paglia sotto i miei piedi nudi.
Non sento il freddo, nonostante l’aria gelida ed i miei vestiti strappati, non sento il dolore provocato dalle ossa rotte, dalle bruciature dei ferri arroventati che hanno usato per lacerarmi ogni brandello di pelle e carne, per estorcermi la confessione.
Ho confessato, mi sono dichiarata colpevole, ho ammesso di aver compiuto atti impuri nel bosco, di aver giaciuto con Satana nel folto della foresta in una notte senza luna, di avergli donato la mia verginità, di averlo compiaciuto con ogni mio respiro.
Ho confessato sputando il sangue, parlando a fatica con la lingua che batteva contro la carne molle delle mie gengive o contro ciò che di esse rimaneva, dopo che ad uno ad uno mi avevano strappato via tutti i denti.
Ed ho confessato di aver accecato i miei amati concittadini, affinché fosse incolpata dei miei crimini solo la mia migliore amica, bruciata su questa stessa piazza la settimana scorsa.
L’ho insultata in quel giorno, l’ho odiata per aver tradito la fiducia di tutti noi.
Era una strega, un’adoratrice del Demonio, un’impura che mi aveva mentito, che tanto a lungo aveva ingannato tutti.
Ne ero più che convinta fino a sette giorni fa.
Aveva confessato.
Davanti a Dio aveva ammesso le sue colpe. Non poteva essere innocente.

Menzogne.
Erano tutte menzogne dettate dalla disperazione e solo ora lo capisco.
Anche io avrei detto qualunque cosa per convincere i miei amati concittadini ad uccidermi, a far finire tutto questo, a donarmi finalmente la pace.
Ed ho confessato.

Jenna era arrivata a questo punto ma una settimana fa ero accecata dall’odio che la mia stessa cultura mi ha inculcato fin da piccola.
Eppure dovevo aver capito ormai, sapere chi era la persona che amavo e che a sua volta mi amava sinceramente.
Invece credetti a coloro che non mi avevano mai dato nulla se non la povertà ed il disprezzo, odiai la mia amica ed incitai il massacro.
Poi accadde tutto.
Mentre l’eco delle sue urla strazianti ancora riempiva l’aria , un vento gelido prese ad alzarsi e sollevare polvere e cenere. Il cielo, già grigio quella mattina, cominciò poco alla volta a scurirsi eppure non una nuvola ne solcava l’azzurro.
Alzai il viso, proprio come tutti i miei concittadini e lo vidi.
Il sole era lì, una pallida palla di fuoco che parve spegnersi, sferzato da un soffio diabolico; un’ombra scura si faceva largo tra le sue fiamme e si allargava velocemente su di esso, indebolendone la luce.
Un improvviso urlo terrorizzato si levò dal fondo della piazza e presto il panico dilagò come la peste tra i miei concittadini.
Alcuni scapparono a rifugiarsi nelle proprie case, altri si accalcarono davanti alle porte della Chiesa, il Vescovo stesso fu il primo ad andare a gettarsi ai piedi dell’Altare a supplicare la Pietà del suo Signore, ignorando completamente i fedeli che dietro di lui si buttavano a terra con lo stesso scopo.
Solo io rimasi nella piazza, davanti alla pira ed ai miseri resti ormai privi di vita o forma umana che erano stati la mia più cara amica d’infanzia.
Ero troppo terrorizzata per muovere un passo, atterrita da quel sole ormai coperto quasi completamente dall’orribile ombra.

Era Jenna. Era la mia amica.
La strega che avevo amato come una sorella e alla quale avevo voltato le spalle con insensata ed impietosa cattiveria, mi stava punendo, stava punendo tutti noi per quello che le avevamo fatto.
Attraverso di lei il Demonio stava calando sul nostro mondo e non potevamo fermarlo, nessuno poteva farlo.
Caddi in ginocchio, schiacciata dalla paura e tentai di mormorare qualche preghiera per invocare il mio Signore, per supplicarlo di proteggermi ed Egli mi ascoltò.
In qualche modo rispose alle mie suppliche, ma in un modo che non mi sarei mai aspettata.
Non mi protesse dalla vendetta della strega ma solo dalla mia cecità, dal mio odio, era dentro di me che dimorava il Demonio, era dentro tutti noi.
Con tocco gentile, mi indicò il cammino ed illuminò il mio cuore, mentre il mondo diventava scuro; mi svegliò e mi mostrò la verità attraverso i miei stessi ricordi .
Dietro le mie palpebre socchiuse si formarono delle immagini chiare e dolci, immagini della mia infanzia.
Il ricordo di me bambina, in lacrime e solitaria, seduta sui gradini della Chiesa; ignorata da tutti per giorni, finché un’altra bambina non venne a sedermisi accanto, senza dire una parola, solo a farmi compagnia ed a guardare con me il cielo azzurro. Lassù dove secondo le parole di tutti si trovavano i miei genitori.
Non riuscii mai a vederli fino a che Jenna, rompendo il silenzio, non mi indicò delle nuvole dalle forme strane.
“Quella laggiù sembra una grossa mela!”
“La mamma adora le mele!” borbottai, in tutta la mia ingenuità.
“Allora deve essere lei che ti manda un segno. Ti dice che ti guarda, che veglia su di te.”
Era così semplice, così pura ed io le avevo creduto, avevo inseguito quella scintilla di speranza che mi aveva ridato il sorriso.
Così era nata la nostra amicizia ed era diventata sempre più stretta negli anni.
Insieme avevamo superato le avversità, entrambe orfane ci eravamo aggrappate l’un l’altra, dandoci forza e consolazione.
L’avevo amata e mai mi aveva dato motivo di sfiducia. Era tutto quello che avevo e per ringraziarla, avevo appena riso ed esultato davanti alle sue urla ed al suo corpo di adolescente straziato dalle fiamme.
Il ricordo del suo sorriso mi dilaniò il cuore.
Io ti ho tradita, Jenna, io ti ho voltato le spalle.
“Perdonami, ti prego”
Aprii gli occhi e le lacrime scesero a bagnarmi le guance: il mondo era ormai immerso nella più totale oscurità.
Non so quanto tempo fosse passato ma, di ciò che era il sole, rimaneva solo un minuscolo spiraglio, come il fuoco di una candela, giunta all’ultimo moccolo.
Piansi con tutto il cuore ma non per paura, non mi importava più cosa sarebbe accaduto al mondo, ai miei concittadini, a me; piansi di disperazione, piansi la mia amica, la mia unica amica.
Così, mentre tra le lacrime guardavo quella palla scura nel cielo, nel silenzio innaturale che circondava ogni essere vivente, la luce parve improvvisamente esplodere davanti ai miei occhi.
Ai margini dell’ombra bruciarono fiamme dapprima pallide, poi via via più calde che fecero scivolare via l’oscurità.
Ben presto il cielo tornò azzurro, il vento cessò e gli uccelli ripresero a cantare ed allora sorrisi, con gli occhi gonfi ed il cuore colmo di tristezza, sorrisi perché compresi che quello, così come la nuvola a forma di mela, era un segno.
Era Jenna che mi diceva che mi guardava da lassù e che, ora che finalmente avevo capito, mi aveva perdonata.

Mi hanno arrestata il giorno successivo.

Qualcuno mi ha vista inginocchiata in mezzo alla piazza, mi ha vista guardare il sole buio e compiere movimenti strani, mi ha vista sorridere nel momento più terribile e mi ha accusata di aver oscurato il Creato.
Mi hanno torturata, mi hanno estorto La confessione e mi hanno condannata a morte.
Morirò quest’oggi, come la mia amica.
Morirò senza colpe ma non importa, sono già morta e lo siete anche tutti voi, miei cari concittadini, perché quando aprirete gli occhi, sarà la vostra fine.
Vi guardo senza davvero vedervi, mentre mi lanciate verdura marcia addosso, mentre mi insultate e portate i vostri pargoli ad ammirare lo spettacolo del mio corpo scempiato ma non importa.
Il fumo mi offusca la vista, il fuoco lambisce i miei piedi.
Il dolore è lancinante ma sono rassegnata.
Aumenta.
Aumenta ancora.
Sento il mio sangue ribollire sotto la pelle annerita e raggrinzita.
Non ho più fiato per urlare.
Non voglio più farlo.
Sono stanca ormai.
Ti prego, Dio, fallo smettere.

Mi ascolta di nuovo, il dolore cessa all’improvviso, sento ancora le mie urla ma è come se provenissero da un luogo lontano, come se non fossi più io ad emetterle.
Tra poco tutto sarà finito, nulla ha più importanza.
Guardo il cielo un’ultima volta e la vedo: lì, sopra di me, più grande e candida che mai, la nuvola a forma di mela.
Sorrido, per quanto mi riesce.
“Mamma…”
Poi il buio.

(FINE)
[Modificato da daeran 22/03/2010 23:42]
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23/03/2010 22:15

prossimo tema: Nuvole.
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24/03/2010 13:19

Diamine... nuvole. Mi piace. Peccato che ho già dato. Ora mi leggo la tua e correggo, finalmente, quella di Charis, così la pubblichiamo.
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Post: 533
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Sesso: Femminile
26/03/2010 13:21

Wow daeran! Incredibile, siamo al quarto!

Forza, nuvolette per tutti! Chi le vuole?

Admins, riuscite ad editare il primo post? La piattaforma mi dice che è passato troppo tempo e non mi lascia.
[Modificato da Cielo Amaranto 26/03/2010 13:22]
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